Se d'un tratto tutti rispettassero la legge

Da una telefonata con l'Ufficio recupero crediti, riflessione semiseria su una società giusta

    di Amedeo Forastiere

«Il signor Gennaro Esposito?»

«Sì, chi parla?»

»Elisabetta Pedron dell’ufficio insoluti. C’è una sua rata che non è, sta ancora pagata, deve regolare immediatamente altrimenti ci sarà la procedura legale…è vergognoso non pagare i debiti!»

«Signorina Elisabetta, lei lavora per il recupero crediti è così?»

«Sì, perché?»

«Allora ascolti, tutte le mattine quando si sveglia, prima di fare le preghiere accenda un cero a San Gennaro».

«Che cosa c'entra San Gennaro? Non faccia lo spiritoso!»

«Non faccio lo spiritoso. San Gennaro c'entra, perché lui fa i miracoli. Che non faccia mai sparire le persone che non sono puntuali nei pagamenti! I motivi dei ritardi possono essere vari, nel mio caso solo distrazione, ma c’è chi non paga puntuale perché in quel momento non ha i soldi. Se tutte le persone che accendono un prestito fossero puntuali nei pagamenti, l’ufficio insoluti non avrebbe ragione di esistere, per cui, a prescindere, lei potrebbe essere disoccupata».

Questa telefonata mi è stata raccontata dal mio amico Gennaro. Tutto vero. Il che mi spinge ad un attimo di riflessione sui ritardatari nei pagamenti. Voglio soffermarmi anche su tutti quelli che per un motivo, diretto o indiretto, infrangono la legge. Pochi giorni fa sono andato al Tribunale di Napoli, quello nuovo al Centro direzionale. Un palazzone enorme, dalla forma molto strana, poco comprensibile. L’interno è un labirinto come il palazzo del Re Minosse a Cnosso, dove pare nacque il primo labirinto. 2000 a.C. Bene, il Tribunale non solo un labirinto dal quale uscire non è facile, ma è anche veramente brutto. Non ho intenzione di parlarvi dell’edificio, ma di tutto quello che gira intorno al palazzo e delle varie attività che operano per e con la giustizia.

Non sono riuscito ad avere dati precisi sull’organico dei dipendenti del Ministero della Giustizia. Come assistenti giudiziari (questa è la qualifica per i dipendenti) pare che siano circa 45.000 unità, poi ci sono i giudici, tra pretura, tribunale, procura, su questo non ho alcun dato per cui non azzardo numeri. Per il penale bisogna aggiungere le carceri, con tutto quello che serve per farle funzionare ventiquattr'ore su ventiquattro, 365 giorni l’anno. Si sa, le carceri non chiudono mica per ferie. In poche parole una macchina enorme, che offre lavoro a tanta gente dando da vivere alle rispettive famiglie.

Nella confusione del palazzone labirinto, dopo aver preso il certificato che mi occorreva, mi sono seduto nell’enorme spazio dove c’è il bar, lì di solito sostano gli avvocati con gli assistiti. Diverse persone ammanettate, accompagnate dai carabinieri in attesa della conferma per gli arresti o la libertà, altri scortati della polizia penitenziaria per il processo. Sia quelli in attesa di conferma della custodia cautelare che quelli già in carcere in attesa di processo, tutti con lo sguardo basso, occhi tristi, passo lento e faticoso, strattonati dagli accompagnatori perché hanno infranto la legge e si devono vergognare; come dice la signorine Pedron dell’ufficio insoluti. Tutti nello spazio del grande labirinto ad aspettare… l’attesa è la peggior tortura.

Come spesso mi accade ho fantasticato... Pensavo: se tutta questa gente che infrange la legge, per carità che vada punita ci mancherebbe, ma giusto per far volare la mente, diventasse tutt'a un tratto rispettosa. Poniamo che nessuno più commettesse un reato, non solo penale ma anche civile. Ci sono i processi per le separazioni e divorzi, contestazione di verbali stradali, il Tribunale esiste anche per queste cose: la sezione civile.

Mettiamo il caso che un bel giorno ci svegliassimo tutti buoni, rispettosi delle leggi sia penale sia civile, che tutte le coppie sposate si amassero per davvero, che i ladri non rubassero più e iniziassero a lavorare, che tutti gli automobilisti diventassero disciplinati e nessuno sostasse più con l’auto in doppia fila, che tutti si fermassero al semaforo rosso e non superassero i limiti di velocità.

Se accadesse tutto ciò per una sorta di magia, come nelle fiabe - ricordate quella dove la fata con un tocco della bacchetta magica trasformava quattro topi in cavalli e la zucca in una carrozza? Stiamo fantasticando naturalmente, alle fate non crediamo non avendo più l’età, ma cosa accadrebbe?

Niente processi, quindi il palazzone labirinto non avrebbe ragione di esistere, niente condanne, per cui niente carceri. Niente arresti, le forze dell’ordine anche loro non avrebbero ragione di esistere, anche le guardie di custodia che lavorano nei penitenziari. Nessuno da difendere, quindi niente avvocati. Niente contravvenzioni, che negli ultimi anni sono aumentate del 25% portando molti più soldi nelle casse dei Comuni. In poche parole infrangere le leggi fa muovere una macchina enorme che se si fermasse, sarebbe un serio guaio non solo per lo Stato che si troverebbe con decine di migliaia di disoccupati, ma anche per i Comuni, con i bilanci eternamente disastrati e i conti in rosso. Un disastro spaventoso, diciamo, senza esagerare: uno tsunami!

Sia ben chiaro, non voglio elogiare né tanto meno giustificare chi trasgredisce, in particolar modo chi lo fa per mestiere, le varie organizzazione malavitose per esempio. Spesso, quando vedo in tv qualche boss arrestato, noto che mentre i carabinieri lo portano via in manette, lui con spavalderia guarda fisso nella camera sorridendo, come se stesse rendendo un servizio allo Stato.

La vergogna non esiste più, oggi si trasgredisce con una quotidiana normalità, lo fanno tutti, dal poveraccio quando non sa come sbarcare il lunario; forse l’unico che ancora si vergogna. Lo fanno anche i politici, quelli eletti dal popolo che dovrebbero aiutarli a vivere meglio, garantire i diritti sanciti dalla Costituzione, stranamente sono proprio questi che non si vergognano, forse lo fanno per mantenere la grande macchina della giustizia? Il palazzone labirinto...

Non rispettare le leggi è un "fenomeno" che esiste in tutto il mondo, trasgredire è antropologico, nella Bibbia è chiamato: il peccato originale, quello commesso da Adamo ed Eva nel cogliere il frutto dall’albero proibito. Il pensiero del colpetto di bacchetta magica che tutto trasforma resta solo una fantasia legata a quell’infanzia che tutti abbiamo vissuto, in cui ci facevano credere che il mondo fosse buono, meraviglioso, che bastava sognare una fata e il giorno dopo il nostro desiderio si sarebbe realizzato. Accadeva solo alla Befana, e non era nemmeno una fata, ma bastava per farci crede che davvero tutto fosse possibile.

Torniamo alla signorina Pedron e del suo «è vergognoso non pagare i debiti». Lei su questa vergogna ci campa. Il mio amico Gennaro le suggeriva di accendere tutte le mattine un cero al santo che fa i miracoli, ma dopo questa riflessione credo che siano in tanti che la mattina devono accendere un cero a San Gennaro.

Alla prossima ragazzi.





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