State sereni: la politica degli inciuci

Presentato ad Interno A14 il libro di Carlantonio Solimene, insieme a Fico e Lucarelli

    di Maria Neve Iervolino

Ci sono un giornalista, un politico e un giurista, non è l’inizio di una barzelletta ma la composizione del tavolo di discussione del 15 febbraio 2018 presso l’Interno A14 del suggestivo Palazzo Serra-Cassano, in occasione della presentazione a Napoli del libro di Carlantonio Solimene State sereni. Il titolo si rifà all’ormai celebre hashtag di Matteo Renzi, entrato nel lessico collettivo subito dopo “Tu quoque” come emblema del tradimento per eccellenza. Era gennaio del 2014 quando l’allora sindaco fiorentino di belle speranze lanciò un hashtag #enricostaisereno durante la trasmissione Le invasioni barbariche rivolto al Presidente del Consiglio Letta. Pochi mesi dopo Letta fu rimpiazzato proprio dal rasserenante compagno di partito. Il resto è storia.

Se il titolo del libro non fosse già abbastanza chiaro ci pensa il sottotitolo: L’Italia è una Repubblica fondata sul tradimento. Solimene con la sua inchiesta smaschera i retroscena dei più famosi tradimenti politici dell’Italia contemporanea. Un’opera coraggiosamente pubblicata da Iuppiter Edizioni nel periodo caldissimo della campagna elettorale, riportando un grande successo tra i lettori.

Gli ultimi fedifraghi dell’emiciclo, in ordine cronologico, sono stati otto parlamentari a cinque stelle, invischiati in quella che i media hanno già battezzato “rimborsopoli”. Proprio Roberto Fico, l’esponente più serio della premiata ditta Grillo-Casaleggio, era presente all’evento in veste di politico. Impegnato sul territorio campano dal ‘96, laureato e dottorato, Fico è certo un atipico rappresentate del suo partito, pardon, movimento. Se non fosse stato tanto integerrimo sarebbe certo finito sul libro di Solimene, come fa notare uno spettatore dalla platea, mentre lui, con l’aria da studente sotto esame, tiene una lezione sull’obbligatorietà del vincolo di mandato nel nuovo regolamento del Senato. A vigilare sulla sua preparazione il giurista e scrittore Alberto Lucarelli che spiega come la partitocrazia imperante rappresenti il vero “tradimento della sovranità popolare”.

Lo scontro-incontro tra Fico, Solimene e Lucarelli non è mai sgarbato, diventa anzi uno scambio proficuo per l’ascoltatore, un momento che ha arricchito tutti i partecipanti, senza annoiare, necessario per esorcizzare il male di questa era politica. A stemperare la tensione, in veste di moderatore, il giornalista Espedito Pistone.

Il libro di Solimene è agile e veloce, quasi quanto i politici professionisti del cambio casacca, e sfrutta un tema che attrae tutti: coloro che hanno visto la nascita di una nuova Repubblica all’indomani dell’inchiesta Mani Pulite, e i giovani idealisti bisognosi di un po’ di tragicomica realtà.

La materia per l’indagine certo non è mancata a Solimene: dall’inizio della legislatura ci sono stati 566 tradimenti, tra cambi di gruppo e scissioni, ma come rivela l’autore nel corso: “Sono arrivati a 620 dalla fine della legislatura”. Eppure, nonostante tutto continuiamo a votarli, forse perché, come fa notare Solimene alla fine della serata: “Siamo un paese con la memoria corta”.





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