La bisbetica domata

Al Mercadante il felice incontro fra Russia, Inghilterra e Napoli

    di Teresa Mori

Dopo il debutto la scorsa estate nell’ambito del Napoli Teatro Festival, torna a Napoli la Bisbetica Domata di William Shakespeare attraverso la rilettura neorealista del russo Andrej Konchaloskij che ne cura non solo la regia ma anche le scene.

Da mercoledì 29 gennaio a domenica 9 febbraio al Teatro Mercadante, una commedia che, per il regista sovietico, rappresenta il nostro paese meglio di Romeo e Giulietta: ambientata a Padova, i personaggi sono tutti italiani, e c’è perfino un accenno di Commedia dell’Arte, pur se scritta da Shakespeare.

Nel cast troviamo attori esperti in questo repertorio. Ne sono protagonisti, nei ruoli dei due personaggi principali Mascia Musy (Caterina) e Federico Vanni (Petrucccio), accompagnati in scena da Roberto Alinghieri, Peppe Bisogno, Adriano Braidotti, Vittorio Ciorcalo, Carlo Di Maio, Flavio Furno, Selene Gandini, Antonio Gargiulo, Francesco Migliaccio, Giuseppe Rispoli, Roberto Serpi e Cecilia Vecchio.

Quest’opera, tra le più famose del repertorio shakespeariano, appartiene alla prima fase della produzione autorale, quella chiamata dell’apprendistato. Già di suo sarcastica, gaia e piena di spirito viene ambientata da Konchaloskij nell’Italia degli anni Venti dove la vicenda amorosa di Petruccio e Caterina si rinnova attraverso una moderna ironia.

Essa si trasforma, mutando nell’ambientazione che passa dal piccolo borgo medioevale alla novella cittadina di architettura e atmosfera fascista.

Una serie di simboli e riferimenti storici si susseguono sulla scena: l’avido padre della bisbetica Caterina colpisce per la sua somiglianza caricaturale col pittore Salvator Dalì e di tanto in tanto marciano sul boccascena gendarmi in camicia nera.

Moderna e veloce l’opera si afferma per la freschezza e modernità del tema trattato. Si parla d’amore e di matrimonio approfondendo in questi ambiti il ruolo attribuito alla donna.

Se da una parte Shakespeare ci ammonisce sull’essere troppo leggeri nella scelta della propria compagna, e ci consiglia fra le righe di non farsi sopraffare dalle apparenze, dall’ altra racconta una consuetudine errata e cinica di creare unioni e rapporti amorosi e familiari.

Accompagnati dalle note di un ritmato jazz, scivoliamo in una realtà, specchio di quella odierna, dove tutto nasce sulla base di regole stabilite dalle convenzioni sociali. La “bisbetica” assume così i tratti di commedia all’italiana dove la comicità la fa da protagonista.

La storia di Caterina e Petruccio si rinnova diventando una festa di colori e musica, il regista calca il pedale della satira, senza però rendere i propri personaggi delle macchiette. Lo spettacolo è condotto secondo un disegno costruito nei minimi dettagli, pur dando l’impressione di nascere sul momento a causa dei veloci e continui cambi di scena.

In fine, superano brillantemente la prova tutti gli attori, selezionati fra Genova e Napoli, impegnati in un plot travolgente, ricco di equivoci, travestimenti e continui cambiamenti.

“la Bisbetica- continua il regista- è frutto d’improvvisazione e coraggio, le doti che occorrono per reagire alla vita e al destino. Ogni spettacolo è un viaggio nell’oscurità che con la lingua, le scene, le personalità del regista e degli attori diventa luce”.





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