Alessio Caraturo: 'Sono tornato e per restare'

Dopo il successo di anni fa con la cover di Goldrake, il cantautore presenta “38 parallelo”

    di Vanna Morra

Era quasi Natale 2004 quando le classifiche radiofoniche e di vendita dei dischi venivano scalate da Alessio Caraturo con la cover “Goldrake”.  Chi non la ricorda? Una versione geniale quanto nostalgica della sigla dell’intramontabile eroe d’acciaio. Il cantautore napoletano ha preso la canzone originale e l’ha spogliata di tutti gli strumenti rendendola sublime semplicemente con chitarra e voce, aggiungendo un po’ di archi. Per mesi “Goldrake” si è stabilita nelle “top 5” e Caraturo ha festeggiato quel magico Natale con un disco di platino che allora ancora si conquistava a suon di copie vendute e non di visualizzazioni e download.

Sulla scia del successo, qualche mese dopo arriva “Ciò che desidero”, il suo primo disco. E poi? E poi, anche se “Goldrake” è rimasta indelebile, di Alessio Caraturo si son perse le tracce… fino a quando, ascoltando la radio, poco più di un mese fa mi imbatto in una canzone che mi fa tirare un sospiro di sollievo dopo tutti i “tormenti”, non tormentoni, dell’estate scorsa.  Ma chi è? Shazam mi dice che è “Lontano lontano lontano” di Alessio Caraturo. Wow, è tornato! Lo contatto e ci sentiamo, lui è un po’ timido ma simpatico e disponibile. “38° parallelo” è la sua opera seconda e in radio stiamo già ascoltando il secondo singolo estratto dal disco.

Bentornato! Il successo che sta riscuotendo “38° parallelo” è segno tangibile che ti stavamo aspettando. Perché ci hai messo tanto a ritornare? 
Non è che ci ho messo tanto a tornare, diciamo che ho fatto cose meno radiofoniche. Non sono un appassionato del “trend”, non farei mai una canzone solo perché va di moda, per esempio come ora, in stile reggaeton. Quindi ho suonato le chitarre nei dischi di altri, ho fatto colonne sonore, ho scritto pezzi per altri artisti e per me e poi è arrivato questo disco che ha comunque un piglio più fruibile in radio.

Infatti i primi due singoli estratti sono attualmente tra i più suonati dalle radio. E dimmi, dopo tutto questo tempo, come sei arrivato a “38° parallelo”?
Ci sono arrivato perché ho incontrato Seba, cantautore e produttore di tanti artisti, con il quale ho collaborato per un suo brano. Per me, in genere, sono sufficienti chitarra e voce per una canzone ma lui aveva dei brani che mi hanno ispirato a completarli e viceversa io gli ho fatto ascoltare i miei che lo hanno ispirato negli arrangiamenti. Abbiamo proprio sentito il bisogno di fondere la nostra complicità artistica ed ecco che è nato questo disco che poi Seba ha anche prodotto.

Raccontami di “Lontano lontano lontano” 
Ah, questa canzone è bellissima già in versione acustica, come suono io, ma quando l’ho sentita trasformata dall’arrangiamento di Seba me ne sono totalmente innamorato. Ha messo questo “ti dirò” a 120 bpm, che è la frequenza dei battiti per minuto, che l’ha resa addirittura ballabile. E’ una dichiarazione d’amore. Ti apri con tante persone, con tante donne nel mio caso, ma fino in fondo poi ti apri solo con una. Lo dice il ritornello “lontano lontano lontano l’ho detto un milione di volte ma non a te…” e poi “lontano partiamo l’avrò detto milioni di volte ma solo a te…”

Invece “Non è vero”?  Il secondo singolo estratto da 38° parallelo.
“Non è vero” è la storia di un uomo che dopo un anno dalla fine della sua storia comincia una relazione con un’altra donna. Poi però più passa del tempo con lei e più si rende conto che è ancora legato al suo amore precedente. L’ho pensata di getto una notte, senza neanche la chitarra, ero a letto, la mattina dopo me la sono ricordata tutta e con tutti gli accordi. Generalmente quando scrivo un pezzo, lì per lì, non mi rendo conto di quello che sto scrivendo, cioè non è che lo progetto, non so come dire, è come se mi venisse in modo inconsapevole…

Come se non fossi nemmeno tu a scrivere?
Esatto. Poi quando vado a leggere, le parole hanno un senso e con lucidità successiva metto un po’ a posto quello che non va e chiudo il brano. Guarda, può sembrare assurdo ma sono arrivato ad ipotizzare che chi fa il musicista sia in realtà un veicolo che permette ad un’energia di essere tramutata in musica. Noi siamo solo uno strumento per arrivare ad emozionare chi ascolta.

Nelle canzoni di 38° parallelo ci sono una sfilza di amori e relazioni complesse. Sono autobiografiche? Che rapporto hai con l’amore?
No no, non sono autobiografiche, mi piace immaginare e inventare storie. Io con l’amore ho un rapporto naturale e voglio sempre che sia univoco e divertente. Invece le canzoni d’amore devono avere un piglio più complicato, più intenso.

Perché questo titolo?
Semplicemente perché la piramide che vedi nel video di “Lontano lontano lontano”, che è stata fatta per questioni energetiche, si trova proprio sul 38° parallelo. Mi piaceva chiamare l’album così.

Che musica ascolti?
Mi piace tutta la musica, ascolto qualsiasi cosa. Ascolto pure le canzoni neomelodiche, pensa. Proprio perché sono curioso di tutto, mi piace scoprire cosa pensano le persone così da acquisire un bagaglio emotivo che poi matura dentro me e mi permette di creare.

E quindi quali sono le tue influenze, se ne hai, visto che attingi un po’ da tutto.
Ecco, esattamente, da tutto. Però diciamo che ho imparato a suonare facendo i pezzi di Pino Daniele, Ligabue e Pat Metheny. Sono un autodidatta, non ho mai studiato la chitarra e forse questa è una mia caratteristica negativa.

Beh, dipende dai punti di vista, potrebbe essere anche positiva.
Ah, certo. Poi metti che sono dislessico e per me studiare è un casino. Nonostante sia laureato in architettura è stato massacrante studiare tutti quei libri. Mi riesce semplice quindi inventare storie e modi di suonare, la musica non la conosco ma ho un linguaggio mio che ho creato da zero. Quando mi piace una canzone mi viene automatico “ricrearla” da zero e farla mia. Faccio l’esempio di Goldrake che è stato eclatante. Piano piano ho acquisito una tecnica esclusiva a discapito della tecnica stessa che non mi fa somigliare a nessuno.

E vedi allora che è un punto di forza?! Ale, ti saluto strappandoti una promessa. Quella di non farci aspettare altri 12 anni per il prossimo disco.
(Ride) Prometto, prometto! Anzi ti anticipo già che il prossimo disco uscirà tra un anno e mezzo.

38° parallelo, il secondo album di Alessio Caraturo





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