El derby de Madrid

Tra Atletico e Real grande spettacolo e tanti gol

    di Alberto Medici

Probabilmente la partita di ieri al Vicente Calderon può essere, fino a questo momento, catalogata come la partita dell’anno. Corsa, grinta, intensità, cattiveria e voglia di vincere, ma anche tanta classe, qualità, generosità e, che non guasta mai in partite del genere, polemica.

Il match si infiamma subito quando al 3’ Modric crossa in area, la difesa Colchonero è ancora negli spogliatoi e il liberissimo Benzema fa 0-1. Sembra già il colpo del ko, sembra un’altra passeggiata madrilèna, come quella di mercoledì sera in terra di Germania.

Minuto numero 10: Diego Costa entra in area, 1 contro 1 su Sergio Ramos, lo punta occhi negli occhi e all’ultimo gli sposta la palla con la punta della scarpa. Ramos lo tocca, è rigore, solare, chiaro e limpido. Lo vedono tutti. Tutti tranne uno: l’arbitro.

Qui la partita si infiamma, eccolo finalmente il turning-point, il punto di svolta, la chiave della partita. Il pubblico diventa una polveriera, lo stadio una bolgia.

L’Atletico non ci sta e carica a testa bassa, il grande Real invece si difende. Ordinato e spesso senza prendere grossi rischi, ma non riesce a uscire, non trova uno scarico. Benzema dopo il goal è sparito, Bale corre tanto ma è ingabbiato, CR7 deve ancora entrare in partita. La stessa mediana blanca è in difficolta con Modric che s’accende a sprazzi, Xabi Alonso è il solito giocatore elegante, ma con questi pochi spazi e con questa intensità fa fatica ad allinearsi al ritmo di gara e il solito, sempre elettrico, Di Maria fa da collante tra difesa e attacco. L’Atletico è di tutt’altra pasta: in mediana Gabi è una diga semovente, che dispensa chiusure ma anche aperture e fraseggi degni di un vero tessitore, Arda Turan è in palla e costringe spesso Arbeloa (il da sempre sopravvalutato Arbeloa) agli straordinari, Koke dall’altra parte fa invece disperare il rientrante Coentrao e Raul Garcia centralmente crea più di un grattacapo ai blancos, ricevendo puntualmente palla tra Xabi Alonso e puntando direttamente la coppia difensiva Pepe-Ramos.

Al 28’ minuto il pareggio, che era nell’aria, si trasforma in realtà: Arda Turan danza al limite dell’area e dopo aver portato a spasso un paio di avversari imbuca per Koke che con diagonale che passa sotto le gambe di Ramos (chiusura un po’ in ritardo ad onor di cronaca) trafigge il non irreprensibile Lopez per l’1-1.

E non è finita qui: minuto numero 45’ Gabi riceve ai 35 metri e s’aggiusta il pallone per la bordata che arriva si, ma non angolatissima. Diego Lopez è forse coperto e non riesce a reagire in tempo al missile che, a quasi 100km/h, arriva in porta. Eurogoal di Gabi: 2-1 Atletico. Aggancio, rimonta e sorpasso. Il derby ora è a tinte colchoneros.

Secondo tempo, che se possibile, è ancora meglio del primo. Ci si aspetta la reazione Real, e invece arriva la conferma Atletico. Diego Costa è un giocatore incredibile, clamoroso. Ha una corsa eccezionale, continua e delle movenze da bomber di razza. (Apro una parentesi: ma dove li scova sempre l’Atletico dei centravanti giovani e formidabili al tempo stesso come questo? Prima Aguero, poi Falcao, adesso Costa). Non è un caso infatti che abbia segnato solo un goal meno di CR7. Da solo tiene in scacco la difesa madridista ed a ogni affondo Atletico, il buon Carletto Ancelotti in panchina deve alzare il suo proverbiale sopracciglio per il disappunto.

Il Real tuttavia è una grande, grandissima squadra. Regge l’urto e prova ad accendere i suoi tenori là davanti. E’ entrato il giovane Carvahal, che è di ben altra pasta rispetto ad Arbeloa: recupera palla sulla tre-quarti e si prende il fondo, cross in mezzo con Bale che stoppa e involontariamente apparecchia per CR7. Eccolo il guizzo del top player dopo una partita nell’oscurità, ecco il diagonale del 2-2. Il Real, al secondo tiro in porta della ripresa, dopo un clamoroso dominio Atletico, aggancia il pari.

Cala il silenzio al Vicente Calderon, il pubblico non ci crede e dopo una partita a lunghi tratti dominata deve accontentarsi di un pari che sa di beffa. Finisce così, 2-2, con tanti rimpianti per la squadra del Cholo Simeone che dimostra ancora una volta di essere in grado di competere per la vittoria finale della Liga e una dimostrazione di inossidabilità per quanto riguarda i ragazzi di Ancelotti, che anche con le spalle al muro sanno trovare risorse e una reazione da squadra di enorme qualità e attributi.





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