LIBRI Tornera' il basilico sulla finestra

Invito alla lettura del nuovo romanzo di Gerardo Russo Krauss

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

Tra le novità di Iuppiter Edizioni segnaliamo il romanzo Tornerà il basilico sulla finestra, ultima fatica letteraria dell’autore napoletano, ma toscano d’adozione, Gerardo Russo Krauss. Alla sua quarta pubblicazione dopo Password: isola76 (Iuppiter Edizioni, 2017), In panchina (Iuppiter Edizioni, 2016) e La casa di Assos (Iuppiter Edizioni, 2013) Krauss torna a misurarsi con la narrazione e con l’amore per i dettagli di vite solo apparentemente comuni. La sua consueta e raffinata capacità descrittiva, l’abilità da artigiano con cui in modo certosino forgia i personaggi, la penna agile e un’inclinazione all’indagine interiore sempre discreta sono gli strumenti che in quest’ultimo lavoro restituiscono alla storia, alle storie una profondità prospettica inedita, necessaria a lasciare affiorare con sensibilità temi delicati e attuali.

Livicciano, un immaginario borgo della Toscana, un piccolo paese di appena duecento anime, non è lo sfondo, ma la vera scena in cui prende vita l’intera poetica del racconto. “Andare in un paese è come andare a teatro,/un teatro a cielo aperto,/con la recita muta dei muri,/dei lampioni, delle porte chiuse,/con gli sguardi dei vecchi” e intorno tutte quelle piccole cose “singole e spaiate/che s’impongono all’attenzione/perché non sai che fare,/perché non puoi stordirti con la patina/dell’eccezionale”. Questi versi del poeta, scrittore e regista italiano Franco Arminio potrebbero far ben accomodare il lettore alla prima comprensione di un mondo appassionatamente rievocato da Krauss, anche nelle sue più intime e scomode contraddizioni.

Un luogo fermo nel tempo, Livicciano, rassicurato da quella solida routine della vita comunitaria che rende il paese una grande famiglia in cui la solidarietà reciproca si mescola a screzi presto risolti. “L’aria buona, il circolo per incontrare gli amici, la chiesa gelida per pregare e per farsi perdonare qualche debolezza” ne hanno costruito l’imperturbabilità. Un giorno di primavera però una notizia reca scompiglio tra i suoi abitanti e a distanza di qualche mese prendono forma molti timori. L’arrivo di alcuni “ospiti”, giunti da molto lontano, turberà l’equilibrio del paese. Il gruppo di immigrati genererà diffidenze e ostilità, contemporaneamente spunteranno storie di droga e una morte improvvisa sarà causa di sospetti e dolore tra i liviccianesi. Solo l’incontro tra due sogni potrà far tornare il basilico alla finestra e riportare a casa chi s’era smarrito. Sicché per Krauss rimanere a casa finisce per significare ritrovare casa, ricongiungimento che si realizza sempre dopo lunghe e faticose vicissitudini, ma mai lontano dalla fede in un obiettivo condiviso. I sacrifici e le avversità del viaggio, che sia da un continente all’altro o esclusivamente interiore, sono forieri di grandi trasformazioni: “La difficoltà del partire, del viaggio stesso appaiono sopportabili solo in considerazione del risultato sperato, del traguardo immaginato”.





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