Cinema e Motori, emozioni ruggenti

Da 'Rush' di Howard a 'Veloce come il vento' di Rovere: film e divi in pista

    di Mario Vittorio D'Aquino

I motori hanno sempre affascinato non solo per l’incanto di veder sfrecciare quelle macchinette a tutto gas guidate da abilissimi piloti che rischiano costantemente la vita (degni di menzione il Barone Rosso Michael Schumacher capace di regalare gioie e momenti leggendari alla scuderia italiana della Ferrari e Lewis Hamilton per i record che infrange ogni anno) ma anche per ciò che significa sentir ruggire il motore dietro di sé a telecamera spenta o accesa di attori e protagonisti del cinema e dello spettacolo. Un connubio, quello tra l’automobilismo e la settima arte, nato sin dai tempi dell’Istituto Luce in cui si giravano pellicole su Tazio Nuvolari, la stella della F1 durante il Ventennio.

Se Vasco Rossi in una sua famosa canzone dice che vorrebbe “…una vita spericolata, una vita come Steve McQueen” questo lo dobbiamo sicuramente al fatto che l’attore statunitense nei suoi film ha interpretato personaggi spericolati (appunto) a bordo di moto come nel film La Grande Fuga in cui alcuni soldati americani imprigionati in un lager nazista tentano disperatamente un modo per uscirne, o guidando una macchina come ne Il cacciatore di taglie ultimo lungometraggio del divo che non ha mai nascosto il suo amore per i motori. Motori che invece sono risultati fatali per un altro divo di Hollywood, James Dean, che nel 1955 perse la vita in un incidente stradale; stessa sorte è capitata a Paul Walker – come scherzo del destino – attore e co-protagonista della saga di Fast&Furious incentrata proprio su corse clandestine di auto sportive non più di un decennio fa.

La frase emblematica che apre il film Rush (diretto da Ron Howard ed uscito nel 2013) proferita da Niki Lauda interpretato da Daniel Brül illustra l’estrema pericolosità dello sport principe del pezzo. Rush è la trama che narra l’accesa rivalità tra due formidabili piloti della F1 degli anni Settanta: Niki Lauda e James “The Shunt” (“Lo schianto”) Hunt (Chris Hemsworth). Entrambi aspirano allo stesso ambizioso obiettivo ma con caratteristiche e stili di vita molto differenti: l’austriaco della Ferrari era meticoloso, riservato e senza alcun tipo di vizio; l’inglese della McLaren invece era un festaiolo, amato dalla stampa ma col brutto vizio dell’alcool e delle donne. Per farla breve se Lauda è Franz Beckenbauer, Hunt somiglia a George Best. Queste due figure così agli antipodi hanno dato il meglio di sé nel famosissimo Gran Premio del ’76 anche per il drammatico incendio della Ferrari di Lauda che gli ha causato gravi danni ed ustioni evidenti.

Facendo un salto temporale all’indietro, nel 1966, ci addentriamo in un’altra affascinante pellicola biografico-sportiva il cui titolo è Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford vs Ferrari) diretta da James Mangold uscito nel 2019. Per riuscire a portare in gara un’auto competitiva con la Ferrari, il sig. Henry Ford II decide di affidarsi all’ex pilota Carroll Shelby (Matt Damon) che nel frattempo era diventato un ottimo ingegnere e ad un team di dirigenti. Shelby è consapevole che ci sarebbe stato un solo pilota in grado di poter ridurre il gap con la scuderia italiana e quello è Ken Miles (Christian Bale) un personaggio non proprio diplomatico ma competentissimo nell’aerodinamica delle macchine sportive. Una volta integrato nel team le prestazioni della scuderia si impennano incredibilmente con la nuova macchina da lui e da Shelby progettata con la quale la Ford si aggiudicherà le quattro edizioni successive. Si arriva così al clou del film che sarà un vero e proprio testa a testa Ford vs Ferrari ma una scelta “del tutto americana” della dirigenza comprometterà il primato a Miles ma non alla scuderia che arriverà tutta sul podio. Il triste finale del film è già annunciato dalla fattualità degli eventi accaduti.

Un altro lungometraggio assolutamente consigliato di produzione e cast italiano è Veloce come il vento (2016) diretto da Matteo Rovere. Una ragazza di nome Giulia (Matilda De Angelis) si ritrova improvvisamente orfana di padre proprietario della scuderia mentre sta gareggiando un campionato di racing car. Con il suo fratellino al funerale del papà ritrova Loris (Stefano Accorsi) il loro fratello maggiore nonché un ex pilota soprannominato “Ballerino” ma in pessimo stato di forma che abusa di sostanze stupefacenti continuamente con la sua compagna. Il rischio di perdere la casa pignorata e l’affidamento del fratellino è alto e, seppur inizialmente per disperazione, nasce un rapporto di fiducia saldissimo che fa maturare i due sia dal punto di vista sportivo sia nel privato provando ad uscire dalle vecchie brutte abitudini e sconfiggere quei temibili mostri del passato. Ci riusciranno? Il ruolo di Loris e Giulia sembra cucito addosso ai due attori che sfoderano una performance cinematografica di alto spessore tant’è che ad Accorsi gli sono valsi un David di Donatello e un Nastro d’argento come miglior attore protagonista.  Lo spettacolo è garantito sulla piattaforma Netflix su abbonamento.

Come su Netflix potrete godervi la serie Drive To Survive nella quale vengono intervistati gli eroi di questo sport - non adatto a tutti - in due stagioni ruggenti. Sulla stessa piattaforma è presente il film Drive in cui Ryan Gosling è un “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”: la mattina fa lo stuntman, le controfigure degli attori mentre la sera guida le auto di rapinatori per “arrotondare” lo stipendio. Questo giochino andrà avanti finché non penderà, sulla sua testa, una grossa taglia. E intanto lui si innamora di Irene… Lo sviluppo tecnologico ha di certo aiutato i cineasti a realizzare film sempre più accurati dal punto di vista di immersione della trama a tutto gas, in un processo iniziato ben di più di ottanta anni fa. Come direbbe Guido Meda, icona della cronaca sportiva dei motori che allieta le sue telecronache in Moto GP e F1 con la sua passione da anni, questi capolavori vanno assolutamente goduti “tutti in piedi sul divano!”.





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