'Perche' Sanremo e' Sanremo'

La storia di un tormentone e della voce 'cult' di Rudy Neri

    di Vanna Morra

A pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo 2022, nella mia testa va in loop “Perché Sanremo è Sanremo, PaPaPà” e all’improvviso non mi viene solo voglia di cantare ma anche di andare a rinfrescare la mia memoria sul jingle che accompagnerà il Festival della canzone italiana nei secoli dei secoli. Vado indietro nel tempo, esattamente il 1995. E’ in quella edizione che Pippo Caruso, collaboratore storico di Pippo Baudo, insieme a Sergio Bardotti, compone il tormentone dei tormentoni. Ho una perplessità, però, se Wikipedia, in quell’anno, cita Maurizio Lauzi, figlio di Bruno, come voce della sigla, perché la versione ufficiale ci dà come interprete Rudy Neri? Ma chi è Rudy Neri? Lo cerco, lo contatto a Radio Delta International, dove lui è speaker e direttore artistico ed ecco parte della nostra chiacchierata. La sua voce sprigiona entusiasmo ed ottimismo in ogni parola e capisco, così, che se “Perché Sanremo è Sanremo” ci ha contagiati tutti sia anche merito suo.

Ciao Rudy, che bello sentire la voce di “Perché Sanremo è Sanremo” dal vivo.

Ciao Vanna, grazie, mancano pochi giorni al Festival, ogni anno mi chiamate in tanti per il fatto di aver messo la voce a “Perché Sanremo è Sanremo”, mi fa un sacco piacere, fa parte della mia vita ormai. Tra l’altro faremo per tutta la settimana di Sanremo dirette in collegamento dalla sede della radio, qua a Legnano, sei pratica della zona?

Ti dico sì perché ho studiato tutto di te e, coincidenza, siete in zona “mio ex fidanzato”. Ho ascoltato anche le tue canzoni e ho visto tutte le cose belle che fai ma vorrei partire in ordine cronologico da “I Prefisso” a Sanremo Giovani, nel 1994, festival ideato e condotto da Pippo Baudo.

Sì, ho fatto il mio primo step a Sanremo Giovani come leader de “I Prefisso”. Il gruppo era composto, oltre che da me, da mia sorella Veruska Neri e Maurilia Doria, che erano le coriste e ballerine e dal tastierista Stefano Bonci, soprannominato Stefan X. Da questo festival i primi due classificati sarebbero approdati al Sanremo successivo e così è stato. Abbiamo presentato in gara “Avevo bisogno di te” una canzone rap e melodica insieme che ci ha portato molto bene e direttamente a Sanremo 1995, nella sezione delle Nuove Proposte.

A Sanremo 1995, in cui Pippo Baudo è alla sua quarta conduzione consecutiva e per la seconda volta anche direttore artistico, vi presentate con la canzone “Chi più ne ha”.

Una canzone sicuramente difficile per quel periodo perché il rap qui in Italia lo conoscevano ancora in pochi. E’ stata, però, di prospettiva per gli anni successivi fino ad arrivare ad oggi in cui il rap la fa da padrone. Diciamo che siamo stati “futuristi”.

Proprio per l’edizione del ’95 il Maestro Pippo Caruso e Sergio Bardotti realizzano la sigla del Festival “Perché Sanremo è Sanremo” e la voce è quella di Maurizio Lauzi. Da sigla a tormentone, da voce a voce, dal 1996, infatti, a cantarla sei tu. Raccontaci questo passaggio del testimone.

Nel ’96 Maurizio Lauzi era in gara nelle Nuove Proposte quindi l’organizzazione riteneva necessario che la sigla avesse un’altra voce, così hanno provinato diversi cantanti per sostituirlo, tra cui io. Immagina la gioia quando il grande maestro Caruso e Pippo Baudo mi hanno chiamato per comunicarmi che avevano scelto me per metterci la voce. Quell’anno la sigla ha fatto il botto ed è diventata il tormentone che tutti conosciamo ed è stata poi riutilizzata nelle successive edizioni del Festival condotte da Baudo.

Ma direi che, da allora, “non abbiamo altre sigle al di fuori di lei”. Sfido chiunque a ricordarne diverse o diversi jingle che si sono susseguiti. Pensi a Sanremo, ti parte in testa in automatico. Ti aspettavi una cosa del genere?

Non subito. Man mano che passava il tempo, poi, mi sono accorto che ormai era anche uno slogan oltre che un tormentone. E’ nella mente di tutti, è un po’ l’inno del Festival di Sanremo. Davvero, non me l’aspettavo, almeno non così, perché in genere i tormentoni durano una stagione, questo invece è un tormentone che non finisce mai.

Cosa si prova ancora oggi?

Innanzitutto sono contento, mi porta sempre tanta emozione perché quando sento nei vari programmi che utilizzano i jingle con la mia voce è sempre una cosa fantastica. Sulla passerella rossa davanti all’Ariston, che è il fulcro di tutta la settimana sanremese, la sigla viene passata a random e io, che fino a due anni fa ero lì con la postazione della mia radio, ammetto che ne andavo fiero. Dovremmo ricordarci sempre che il Festival di Sanremo è un vanto nostro perché ce l’abbiamo solo noi, è unico e lo conoscono in tutto il mondo, ecco perché bisogna amarlo a prescindere.

Non potrei essere più d’accordo ma tanto anche i “NoSanremo”, fanno parte del gioco e ben vengano, non esiste Festival senza polemiche. Portaci nei ricordi dei tuoi Sanremo.

Dal primo passaggio a Sanremo Giovani. Prima ancora che con il nostro brano “Avevo bisogno di te” noi, con le altre band in gara, ci siamo esibiti con Maurizio Vandelli e nella sua storica canzone “Tutta mia la città” ci abbiamo inserito la nostra parte rap. Tra gli altri gruppi c’erano i Bluvertigo di Morgan e i Rock Galileo che poi sarebbero diventate band popolari. Invece nel ’95, quando eravamo tra le Nuove Proposte, ricordo che tra gli ospiti internazionali c’erano i Take That, allora la “Boyband” in assoluto. Ci siamo resi conto di alloggiare nello stesso albergo quando le urla di gente impazzita sono arrivate dalla finestra. Erano le fan di Robbie Williams e Co. che stazionavano lì sotto 24 ore su 24. Sempre nello stesso anno c’è stata anche la pop star di tutti i tempi, Madonna. Non solo, ricordo invece che avevamo i camerini del backstage del teatro vicini a quelli di Max Pezzali e Gianni Morandi, che emozione, noi così giovani ed esordienti insieme ai grandi artisti.

Emozione controllata benissimo, però. A detta di tutti, anche i più grandi, il palco di Sanremo fa tremare le gambe. Rivedendo le tue esibizioni sembra quasi che tu stia cantando nel salotto di casa davanti a qualche amico.

Ero allenato. In quegli anni facevo parecchi eventi di piazza con anche ventimila persone e lavoravo nelle discoteche, quindi diciamo che questo è stato un buon allenamento per arrivare al pubblico del Festival di Sanremo. Ero molto concentrato e preparato ma ti assicuro che l’emozione era tanta.

In questi giorni ho ripercorso la tua vita artistica attraverso il tuo canale Youtube. Tante belle produzioni all’attivo.

Ma che bello! L’ultima produzione risale allo scorso anno ed è “Quadrifoglio” che mi ha accompagnato per tutta l’estate con un buon successo. La partecipazione al singolo del maestro Lorenzo Meraviglia che ha suonato il preziosissimo violino Omobono Stradivari, del 1730, è stata possibile grazie al progetto “Uno Stradivari per la Gente” dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano. Una cosa, però, che mi è piaciuta molto fare è stata la canzone di Natale “Qui con me” insieme al Coro Divertimento Vocale di Gallarate. Sono più di cento voci, arrivati anche in finale in un’edizione di Italian’s Got Talent, che ho fatto rappare all’unisono nel brano.

Nel 2014 hai lanciato il tuo grido di libertà con “Eterospaziale”. Oggi si parla tanto di inclusività però, poi, si fa fatica a metterla in pratica, vuoi ribadire questo messaggio?

R. Il messaggio che ho cercato di far arrivare con quella produzione e che deve arrivare sempre, è la libertà di essere nel rispetto del prossimo. Vivere liberi e amare, che la cosa più bella della vita.

Il tuo programma a Radio Delta International?

Si chiama “Delta Live” e va in onda dalle 10 alle 12, è un programma che, senza le restrizioni dovute al covid, si fa all’esterno insieme alla gente che può partecipare attivamente alla trasmissione e vedere come funziona una radio. Durante la settimana sanremese diventa “Delta Sanremo”. Attenendoci ai protocolli di sicurezza, anche quest’anno non saremo lì sul posto, saremo collegati dalla nostra sede con degli speaker della città dei fiori e racconteremo in tempo reale tutto il festival che partirà dal 1° febbraio.





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