I palazzi di Napoli
Palazzo D'Avalos del Vasto
di Michele Tempesta
Costruito tra il 1489 e il 1525 per volere di Francesco Ferdinando D’Avalos, che ne fece residenza per sé e sua moglie Vittoria Colonna, Palazzo D’Avalos del Vasto affaccia su via dei Mille da prima che questa venisse costruita intorno alla metà dell’Ottocento con l’intento di collegare l’attuale piazza Amedeo alla zona di Chiaia.
I D’Avalos, marchesi di Pescara e del Vasto, giunsero infatti a Napoli ben prima, a seguito degli Aragonesi intorno al 1442.
Restaurato dal 1751 in stile neoclassico dall’architetto napoletano Mario Gioffredo che oltre a realizzare il portale d’ingresso con quattro colonne in marmo bianco a sostenere la balconata principale, dovendosi adattare per la facciata alla locale tradizione dei balconi, a questi alternò finestre e balaustre che circondano anche più vani e timpani triangolari e ad arco ad incorniciare le aperture che spiccano dal leggero bugnato. D’influenza vanvitelliana risulta invece il vestibolo con volte ornato da nicchie e stucchi da cui, tramite un elegante ambiente quadrato, si accede alla scala.
La pianta dell’edificio presenta due corpi paralleli laterali di soli due piani che gli conferiscono la classica forma ad U e presentano anch’essi dei portali d’ingresso sul lato del giardino, con facciate dunque contrapposte.
Nel 1840 ad opera dell’ingegner Achille Pulli venne sistemato il giardino e realizzato il cancello che divide il palazzo dalla strada, mentre Alessandro Fischetti affrescò le sale del primo piano. In quegli appartamenti erano precedentemente conservati i famosi arazzi raffiguranti un episodio della battaglia di Pavia (1525) nel quale Ferdinando D’Avalos fece prigioniero il re di Francia Francesco I, donati da Carlo V e nel 1862, da Francesco D’Avalos al Museo Nazionale e dunque al Museo di Capodimonte, dove tuttora sono.
Dopo smentite ipotesi di municipalizzazione, come successo per il vicino Palazzo Carafa di Roccella, oggi sede del PAN Palazzo delle Arti di Napoli, Palazzo D’Avalos del Vasto è stato poi venduto nel 1992 a Corrado Ferlaino dall’ultimo erede dei D’Avalos, il musicista Francesco, figlio di Carlo, campione italiano di tennis negli anni Venti del Novecento.
Ad oggi il palazzo è in fase di restaurazione, in attesa di un pieno recupero e di una degna riqualificazione, in particolare modo del suo giardino, tra i pochi giardini ornamentali in edifici privati rimasti, e ciò che resta della vastissima area verde coltivata e con alberi secolari, tuttora invisibili dalla strada e chiuse al pubblico, che un tempo lo circondava.