L'agenzia pubblicitaria

Costruire la campagna pubblicitaria

    di Silvio Fabris

Parlando di creatività, l’agenzia non può accontentarsi del banale e del “normale”. La sua creatività deve portare a smuovere situazioni in senso positivo e al successo, sempre controllabile. L’esperienza dice che per risultati eclatanti si deve attingere alla forza vendita, ascoltandola, anche per incanalare tutto i un contesto di marketing. Il tutto per un lavoro  ottimale fatto di riflessione, ricerca, sondaggi, intuizioni e test. Creato il messaggio, occorre la sua ottimale veicolazione. E’ il discorso mezzi. Anche qui, non soluzioni standard, ma scelte oculate per ottenere il massimo, con minimo investimento. A seconda degli obiettivi, si sceglieranno i mezzi. E’, comunque, sempre opportuno un mix e non la concentrazione su di un solo mezzo. Non è ottimale scegliere solo stampa o TV o radio o affissioni o internet o marketing diretto o sponsorizzazioni o promozioni, è ottimale il mix. I risultati della campagna vanno proiettati a tempi brevi per il coinvolgimento delle persone, ma in tempi più lunghi, almeno normalmente, per quelli di una sostanziale crescita di fatturato. L’arco dei tre anni solitamente porta, oltre al fatturato la giusta redditività. E’ opportuno sottolineare che oggi non si può più pensare che la pubblicità possa essere gestita in proprio, da improvvisati pubblicitari o dal singolo grafico. Sovente gli insuccessi in pubblicità sono determinati da tali situazioni anomale. Mi sembra anche di poter cogliere l’aspetto che l’elemento più adatto a gestire  l’evoluzione della comunicazione possa essere l’agenzia di pubblicità, con l’auspicio che ci sia una maggiore attenzione alla formazione di professionisti in questa nuova dimensione, con supporti culturali e incisivi.





Back to Top