La Giustizia
L'Arcano VIII e la bilancia della veritÃ
di Maurizio Pacelli
“Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada.”. Così recita il Vangelo attribuito a Matteo a significare che il compito di ognuno di noi deve essere quello di manifestare la propria Verità.
Testimoniare in ogni atto la propria essenza, distinguere, separare il bene dal male, attenersi al principio della giusta azione, non nel senso del comportamento che può avere un effetto utile dal punto di vista individuale, ma fare ciò che è necessario in base ad una sorta di etica morale universale a prescindere dal proprio tornaconto contingente. La necessità la cui applicazione comporta l’assunzione, talvolta, di posizioni scomode che possono persino arrecare uno svantaggio: l’importante è concorrere a perseguire un concetto ideale di bene che dovrebbe corrispondere ai nostri bisogni più profondi dal punto di vista individuale e, contemporaneamente, alle necessità dell’ordine universale. Come in cielo così in terra, come sopra così sotto.
Tutto ciò non si ottiene senza pagare un prezzo, molto spesso costoso, bensì attraverso la lotta senza tempo con i nostri demoni. E’ nel conflitto che emerge la Verità, ed è nel conflitto che l’uomo può evolvere ed accedere a livelli di coscienza sempre maggiori.
La Giustizia denota il processo della “giusta azione” e non è un caso che sia raffigurata da una donna, una Grande Madre, in questo caso la figura femminile più anziana del Tarot: la dea Maat. Secondo il Libro dei Morti dell’antico Egitto, questa divinità presiedeva al rito della psicostasia, ovvero della pesatura delle anime.
Giunti all’ingresso dell’aldilà, il defunto, accompagnato dal nostro traghettatore Anubi (Le Mat) doveva presentarsi al cospetto della dea Maat e mostrare il suo cuore che doveva essere posto sulla bilancia per verificare se esso era davvero leggero come un piuma di struzzo. Solo in questo caso gli era concesso di varcare la soglia, altrimenti veniva dato in pasto alla temibile Ammit, la divoratrice.
Un cuore leggero denota una vita condotta nella Verità, cioè testimoniando senza indugio la propria essenza, per quanto scomodo possa essere. Leggero non come una qualsiasi piuma ma come quella di struzzo, unico animale che avrebbe le piume tutte uguali. Attraversare la soglia significa aver vinto la propria battaglia per la verità, essere diventato un Eroe.
La Giustizia è essa stessa un varco. Dopo le prime sette lame che compongono la fila terrestre, quella dell’esperienza nella materia, si apre la fase dell’apprendimento del servizio agli altri, un percorso che si concluderà con Temperanza.
La nostra anima chiede di esprimersi e di guidare la nostra vita, con sempre maggiore forza. Attraversata la soglia nulla sarà più lo stesso. Per questo bisogna arrivare alla meta puri, nella Verità, altrimenti saremo divorati dai nostri stessi demoni e potremo solo degenerare senza nessuna speranza di conseguire il nostro compito di vita.
La Giustizia è una carta severa. Impone di trovare un equilibrio tra pulsioni contrapposte e di decidere per la retta via. Come? Attraverso il cuore, il profondo ascolto interiore, quel cuore nascosto tra le vesti della Dea a mostrare che anche le azioni necessarie, apparentemente nocive, possono rivelarsi assolutamente benefiche per se stessi e per gli altri.