LIBRI I Promessi sposi in poesia napoletana

Raffaele Pisani, da "quel ramo del lago di Como" a Napoli

    di Adriano De Simone

"I Promessi sposi in poesia napoletana", pubblicato da Raffaele Pisani con la Adriano Gallina Editore nel 1976, con le sue tre ristampe si è incastonato quale pietra miliare dei versi partenopei in vernacolo.

A metà strada tra un manuale scolastico ed una comoda lettura serale, l'opera di Pisani viene ad inserire un grande classico della letteratura italiana, quale il romanzo manzoniano, nella cultura poetica napoletana. Si susseguono in quartine di endecasillabi tutti i quarantasette capitoli della storia che si apre immediata con “se ne turnava a' casa, cuoncio cuoncio, /nu certo don Abbondio, era 'o curato / 'e nu paisiello aggraziato e accuoncio”. E come ogni manuale che si rispetti, al termine di ogni capitolo un piccolo sunto ed introduzione al successivo, spesso coronati dalle illustrazioni di Renato Frascione. 

In questo clima che lascia “quel ramo del lago di Como...” per spingersi lungo le nostre coste, troviamo perfettamente partenopei le figure di Perpetua, la confidente sagrestana; Don Rodrigo, letto in chiave filo-camorristica; finanche l'avvocato azzecca-garbugli qui riproposto ironicamente riproposto come “Azzecca-mbruoglie”. 

Fiore all'occhiello del libro è nelle ultime pagine una chiusa umoristica che l'autore mette in rima per trasmettere il messaggio morale districato nei versi ed il glossario dei termini, che apre la comprensione del testo anche a chi il napoletano non lo mastica qual pane quotidiano.

Par quasi di assaporare la storia tanto conosciuta come sarebbe andata evolvendosi nel panorama napoletano, con i personaggi che lo popolano.





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