LIBRI L'inferno della poesia napoletana
Versi piccanti e disinibiti nella raccolta di Angelo Manna
di Adriano De Simone
L'inferno della Poesia Napoletana di Angelo Manna (edito da Edizioni del Delfino nel 1974) costituisce una pietra miliare della cultura partenopea. L'autore, noto conduttore televisivo de “Il tormentone” (canale 21) e famoso giurista napoletano, pubblica questa raccolta poetica con l'intento di rivisitare in un'ottica filo-partenopea gli aspetti più piccanti del mondo, visto con gli occhi di un napoletano verace. Napoli si perde tra i versi che la critica definisce “dannati” perché carichi di erotismo e “ironia popolare” che negli anni hanno visto fino alla terza ristampa (1990), subendo nuovi accorgimenti ed aggiunte volti ad incrementarne la sapidità. Ad oggi costituisce un testo raro da ritrovare, il cui commercio è stato notevolmente ridotto dalla messa in circolo dell'omonimo audiolibro, edito dalla Lucky Planets, estratto dell'antologia originale.
Un'opera unica e rara che mette in rima una realtà spudorata con i suoi disinibiti personaggi. Ed incontriamo dunque un Fra Liborio che detta la comicità di “'A confessione 'e Taniello”. Una incredibile serie di vicende piccanti o peccaminose come quella de “'A Campagnola” e ancora, con l'ironia a fungere da immancabile collante, una critica a Giacomo Leopardi per i suoi versi tristi, qui raccontanti come “una mutria...un tavuto”.
L'inferno della poesia napoletana costituisce una delle ultime opere a cui l'indimenticato editore partenopeo Adriano Gallina abbia lavorato prima della sua prematura scomparsa e, nel suo riuscitissimo intento, l'opera coniuga alla meglio poesia e comicità da Napoli e per Napoli.