Una app contro la mafia

Noma guida il cittadino tra le strade Palermo e le vittime della malavita

    di Mariangela Ranieri

Noma(fia) è un'applicazione per smartphone nonché il frutto dell'associazione "Sulle nostre gambe", il cui intento è ricordare e far conoscere storie di persone ormai lontane, che ieri hanno combattuto contro la mafia, avendo in mente l'oggi, ovvero il loro domani. L'associazione fondata da Pif insieme a Roberta Iannì, Emanuela Giuliano e Tiziano Di Cara, autore dell'idea dell'app, si è occupata della realizzazione. La TIM ha partecipato alla progettazione e allo sviluppo, in collaborazione con le "Teche Rai" e col patrocinio del Comune palermitano.

Noma è una guida per cittadini, turisti, giovani e studenti che trascina occhi stranieri tra le vie di Palermo, la Palermo contemporanea, il cui asfalto, però, è ancora macchiato di sangue e violenza, lo stesso sangue e la stessa violenza che la colpirono ripetutamente dagli anni '70. Combattere questo male, che affligge non solo le famiglie ma la terra del Paese, deve oggi porsi quale una necessità.

Immaginate un museo, immaginate 15 stanze, ognuna dedicata alla memoria di un eroe: Antonino Agostino, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Mauro De Mauro, Giovanni Falcone, Mario Francese, Giorgio Boris Giuliano, Libero Grassi, Carmelo Iannì, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Beppe Montana, Giuseppe Puglisi, Pietro Scaglione, Cesare Terranova. E poi ancora, immaginate altre stanze: Filadelfo Aparo, Ninni Cassarà, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Paolo Giaccone e Calogero Zucchetto. Le loro storie, senza giri di parole, con documenti storici, animazioni digitali, note biografiche, video e fotografie d'epoca, interviste inedite ai famigliari, sono grazie a quest'applicazione non solo più immaginazione. “Negli anni Ottanta sapevamo tutto di Totò Riina e nulla di Rocco Chinnici. Era incredibile, uscivamo da Palermo e ci vergognavamo. Nell’attesa di mettere in piedi un vero museo abbiamo pensato che in fondo in parte già esistesse: è fuori, nelle vie della città, andavano messe insieme attraverso un’app”, ha spiegato Pif.

L'ultima sezione di Noma è "Pizzo-free", l'app infatti fornisce una serie di itinerari che conducono alla scoperta delle realtà che aderiscono ad "Addiopizzo", un movimento nato da un gruppo di giovani che si fa portavoce di una vera e propria "rivoluzione culturale" contro la mafia, il cui intento è la promozione di un’economia virtuosa e libera, attraverso lo strumento del “consumo critico Addiopizzo”. Per maggiori informazioni è disponibile il sito www.addiopizzo.org .

Conoscere, diventare testimoni di ciò che accadde e che può accadere "fuori dal Palazzo", è oggi più di quanto Pasolini potesse aspettarsi nel 1975, la realtà che "Noma" ci presenta è più vicina a noi, non solo perché sono pochi MB proprio tra le nostre mani, piuttosto perché quella realtà, questa realtà, ci appartiene, perché uscendo fuori da quel Palazzo, così come Pasolini in Lettere Luterane chiama il potere, ci sono drammi, ci sono commercianti costretti a pagare il pizzo, ci sono cadaveri di giornalisti sacrificatisi per una verità, ci sono magistrati troppo vicini ad un fuoco scoppiettante, ci sono agenti di polizia obbedienti a quei valori che nel presente non valgono più. Per cui Pif e molti altri personaggi siciliani del mondo della cultura e dello spettacolo, da Pippo Baudo a Giuseppe Fiorello, Giuseppe Tornatore, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Ficarra&Picone, Isabella Ragonese e Teresa Mannino, che hanno deciso di dare una mano, narrando quelle storie, fungendo quasi da guida turistica, non sono altro che voci, e sguardi fuori da quel Palazzo, ancora chiuso e ancora corrotto così come veniva descritto 40 anni fa. 





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