Il tempo delle vacanze

Sognavamo mete esotiche e ora riscopriamo spiagge vicine

    di Amedeo Forastiere

Fino a qualche anno fa le mete sognate erano località estere, magari esotiche, terre lontane sia come costume che come tradizione, in poche parole paesi totalmente diversi dal nostro. Il chiodo fisso: le spiagge paradisiache, sabbia bianca e mare cristallino; poi magari scoprivamo che erano delle vere e proprie fregature. Ci trovavamo difronte a spiagge molto simili a quella della nostra Licola, Varcaturo. Qualche amico si è trovato su una spiaggia uguale a Mondragone.

Il fascino della vacanza all’estero ha dominato i progetti delle vacanze ideale per anni, trascurando le nostre meravigliose spiagge, isole, costiere, ma era da poveracci dire che la vacanza la facevamo a due passi (si fa per dire) da casa nostra.

Non sto qui a elencarvi tutte le fregature che mi hanno raccontato gli amici al ritorno dalla vacanza esotica, ma vi racconto brevemente la mia, di qualche anno fa, quando decisi di andare a Tunisi. Si era parlato tanto della Tunisia, in particolar modo di Hammamet; non fu propaganda turistica ma le cronache s’interessarono a questa località per un problema di un nostro politico rifugiatosi lì per non essere arrestato. A noi non importa niente della faccenda politica.

Parlandone tutti i giorni, telegiornali e quotidiani, Hammamet diventa un posto magico dove passare una bella vacanza.

Come il solito stupido fantozziano, anch’io non riuscii a resistere alla tentazione, e come diceva una vecchia canzone, con le pinne, fucile ed occhiali, partii per la Tunisia per la destinazione la tanto sognata: Hammamet, per l'appunto.

Non mi prolungo più di tanto, vi dico solo che non riuscii a fare una nuotata. Scesi in acqua, camminavo, camminavo, camminavo, per trovare acqua alta per fare una salutare nuotata, ma dopo circa cento metri l’acqua era sempre la stessa altezza, non superava il ginocchio…a Licola non vado oltre i venti trenta metri, e nuoto.

Negli ultimi tempi purtroppo sono accadute cose drammatiche, le mete tanto sognate sono state teatro di sanguinosi attentati, le spiagge paradisiache diventate inferno, cambiando colore: il bianco della sabbia è diventato rosso, quello del sangue di tanti innocenti. La paura ha preso tutti, così abbiamo riscoperto le nostre località. Vogliamo la pelle rossa sì, ma dal sole non dal sangue.

Mi viene in mente una vecchia canzona che diceva: «Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare…» Io dico, se proprio le vogliamo mostrare queste chiappe chiare, facciamolo a Marechiaro!





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