Quando i santi protettori erano due

Napoli, il culto di Maradona come San Gennaro

    di Amedeo Forastiere

Tutte le città hanno un santo protettore, compresi piccoli paesini e frazioni. È un’arcaica tradizione, nata con il cristianesimo (non sono molto informato). Prima di Gesù c’erano le divinità pagane, ugualmente invocate.

Napoli ha il suo santo protettore che tutto il mondo conosce, forse più di tanti sparsi per il nostro Paese: San Gennaro. Che poi non era napoletano, anche se non ci sono dati precisi del luogo di nascita, ma sicuramente non fu Napoli. Di affermativo si sa che proveniva da Benevento, dove era vescovo. Come racconta la sua storia molto frammentata, l’anno di nascita è il 272 d.C., quello di morte il 305. A Pozzuoli, il 19 settembre del 305, venne decapitato per ordine del governatore romano in Campania, persecutore dei cristiani, Dragonzio. Non c’è data precisa sul primo miracolo, noi prendiamo quella più probabile, il 17 agosto del 1389, durante la festa dell’Assunta si sciolse il sangue nelle ampolle, i napoletani gridarono al miracolo. Il miracolo di San Gennaro per i napoletani è importantissimo, tutta una tradizione ruota intorno alla liquefazione del sangue. Qualche volta capita che il miracolo non avviene: o ‘santo nun a' fatto ‘o miracolo. Per i napoletani non è cosa buona, i più devoti (e sono tanti) temono un presagio: il santo non ha fatto il miracolo perché i fedeli hanno troppo peccato…e così via! 

Come dicevo all’inizio, tutte le città e paesini hanno il loro santo protettore, e nessuno ha mai messo in dubbio né ha preteso competere con il santo, i miracoli li fanno solo loro. Napoli, però, non è una città come tante, non lo dico perché ci sono nato. In molti la trovano particolare, qualcuno l’ha definita unica al mondo, questo assurdo bel paese. E così, dopo tanti secoli di miracoli, San Gennaro negli anni Ottanta decise di scegliere un allievo. Sì proprio così, un allievo.

Era luglio del 1984, faceva molto caldo, tutta 'sta gente addosso al santo gli toglieva il respiro. San Gennaro ebbe un’idea. Tifoso del Napoli da quel lontano 1926 (la squadra del ciuccio non aveva mai avuto lustri, scudetti manco a pensarlo, figuriamoci le coppe) il nostro santo protettore il 5 luglio del 1984 fece venire dalla lontana Argentina un piccoletto irrequieto tutto pepe con tanti capelli riccioluti, diciamo un cherubino: Diego Armando Maradona.

Dal 1984 al 1991 furono anni storici, i miracoli non li faceva solo San Gennaro, ma anche il suo allievo, superando spesso il maestro. Non accontentandosi dei due scudetti, volle fare il super miracolo Coppa Italia e, come se non bastasse, ci mise anche quella UEFA tanto che lo stesso San Gennaro si meravigliò (un’anziana donna raccontò che, mentre pregava davanti alla statua del patrono nel Duomo, sentì una voce che diceva: Madonna mia, ma chisto me sta offuscando).  

Senza essere blasfemi, in quegli anni i santi protettori erano due: San Gennaro e Maradona.

In nessun’altra città c’è stato un caso uguale. Il santo protettore fa il miracolo, il calciatore quando gli riesce fa gol. Maradona non faceva solo gol, ogni tiro in porta era nu’ miracolo. Cose che solo a Napoli accadono: il miracolo nel miracolo.

Eppure, come sempre, anche i miracoli di Diego sono finiti, lasciandoci tanti ricordi e primati non più ripetuti, proprio come accade con i grandi prodigi. Per fortuna ci resta ancora l'altro protettore. Vi lascio, con la speranza che San Gennaro non se la sia presa se ho un po’ scherzato e continui a miracolarci. Napoli, si sa, vive di miracoli.

Alla prossima, ragazzi.





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