Mion, l'avvocato contro il sud
di Mimmo Della Corte
«Per il Veneto i guai derivanti dall’appartenenza alla penisola italica non finiscono mai. Non parliamo del fatto che Zaia & C. siano rimasti a bocca asciutta nell’ultima ripartizione di fondi pro occupazione che hanno preso come al solito la via del meridione. Sin qui nulla di nuovo: ci avrebbe sorpreso il contrario. Il pressing sul Nordest, che versa già in profonda crisi diverrà a breve insostenibile a causa dell’ingresso in Ue della Croazia. Il territorio di San Marco rischia un’ulteriore desertificazione sociale ed industriale con l’abbattimento del confine est. La nostra regione è sottoposta a un vero e proprio assedio». Parola di Matteo Mion (nella foto). “Carneade, chi era costui?”, si sarebbe chiesto, l’intimorito Don Abbondio nei “Promessi Sposi”. Di certo, la domanda sarebbe rimasta senza risposta. Perché non sono in molti a conoscerne le gesta. Ne si può dire, però, che – nonostante i suoi sforzi: un sito web personale per autopubblicizzare le proprie perfomance legulee-giornalistiche e di “Libero” che continua a pubblicarne le invettive antimeridionali – che, oggi, sia molto più noto. Allora, per vostra informazione è giusto fare sapere che si tratta di un avvocato pubblicista. Almeno, così, è scritto sul portale di cui sopra. Ma cosa fa un avvocato pubblicista? Boh! In realtà, se fra avvocato e pubblicista, ci mettete una virgola, capite subito che si tratta di un avvocato civilista che frequenta anche le redazioni dei giornali, quelli, naturalmente, seguaci del “sacro rito” lombrosiano. A dire il vero, quelle 10 righe con le quali ho aperto questo nota, più che “appartenenza alla penisola italica” dimostrano appartenenza alla comunità montana del Veneto. Il che, “nun è peccato”. Anzi!
Amare la propria terra è cosa buona e giusta. Purché, non si trasformi in razzismo a “tutto tondo”, come in questo caso contro “Terronia” (vedi il “meridione” scritto con la minuscola ed il “Nordest” con la maiuscola). Tanto più se, per motivare il proprio odio, ci si nasconde dietro una bugia più grande di un grattacielo di New York, tappando le orecchie al passaggio della verità, finendo, così, per confermare che, come tramanda l’antica saggezza napoletana: “’o peggio surdo è chillo ca nun vo’ senti”. Per carità, qualcuno spieghi a questo signore che i fondi “pro occupazione” che, come sostiene, “hanno preso come al solito la via del Meridione” sono risorse europee già assegnate al Mezzogiorno e semplicemente rimodulate.
Ma forse è meglio far finta di niente e tirare dritti, facendo nostro il consiglio dantesco del “non ti curar di lor, ma guarda e passa” e, soprattutto perché, per dirla con altro azzeccatissimo vecchio detto della nostra tradizione, secondo il quale: “ ‘a lava ‘a capa ‘o ciuccio se perde acqua e sapone”. Tanto più che “all’avvucato se dice ‘a verità po’ su ver’isso comme l’adda ‘mbruglià”. E senza dire che “il miglior disprezzo è la noncuranza”. Castiglione del Genovesi.