LIBRI Le ragazze

Emma Cline e la gioventù bruciata made in Usa del '69

    di Antonio Di Dio

Le Ragazze di Emma Cline (Einaudi, 2016) è il primo romanzo di una giovanissima autrice americana. Storia che attraverso la voce della sua protagonista Evie, ripercorre tramite due binari paralleli, con estrema lucidità e freddezza, il fallimento di una gioventù, bruciata sotto un “efferato” senso di libertà, in quella passata alle cronache come la sanguinosa estate del 1969. In una California polverosa e terra promessa di giovani musicisti, attori e di chiunque stesse scappando da qualcuno o qualcosa, in un ranch isolato dalla caotica Los Angeles, una nuova fede con il suo cristo risorto di nome Russel e le sue adepte, andava dilagando sotto i fumi di alcool e droghe di ogni genere. Un senso di onnipotenza cresceva e affondava il seme di una violenza silenziosa, capace di trasportare un gregge di smarriti e disadattati in una dimensione altra da sé.

Sullo sfondo di un affresco decadentista di un’America capitalista, nella dimensione di un sogno che stava per infrangersi: quell’illusione di essere in fondo diversi dai propri genitori, Evie, scelta da Suzanne come vittima sacrificale da redimere, vivrà per un breve periodo la vicinanza di Russel e della sua “famiglia”, sperimentando per la prima volta l’esigenza adolescenziale del sentirsi compresa e amata. Attraverso una sessualità spinta all’accesso, l’uso sfrenato di droghe e quel senso di libertà di azione mai provato prima, Evie subirà il fascino di una leggerezza che non tarderà a far sentire il proprio peso insostenibile. Il romanzo seppur scritto da una promessa del panorama letterario americano attuale, di soli ventiquattro anni, ha il senso di un passato che la scrittrice sembra aver conosciuto. L’opera in realtà è il richiamo ad una serie di eventi realmente accaduti nella contea di Los Angeles nel 1969, che destarono una fobia sociale di paura e sospetti tra la gente senza precedenti.

Le ragazze ripercorre, seppur in chiave rivisitata e romanzata, il frammento della vita di un noto serial killer, un noto Charles Manson, e della sua “famiglia”, che in quell’estate del '69, fu il mandante di due tra i più efferati omicidi della storia americana, in cui perse la vita anche Sharon Tate, l’allora moglie del regista Roman Polansky. Emma Cline è la voce di un immaginario culturale americano post-moderno, che sempre più si nutre di vecchie storie e miti, nella ripresa di un sentimento nostalgico, usato per raccontare il volto odierno di un America che ha paura, di se stessa, di ciò che nasconde, e di ciò che potrebbe essere, frustrata dalla promessa di un’innocenza, in fondo, mai partorita.





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