Perito, gira la ruota del gusto

Dal 6 agosto Festa nel Bosco nel borgo cilentano. I tributi a Lanfranco Cirillo e Andrea Celano

    di Max De Francesco

Come ogni estate, nel grand tour del Cilento più profondo e autentico, c’è una tappa obbligata, un appuntamento nell’incanto. C’è Perito. Il paese. La memoria che è diventata pietra. Il campanile che governa un grumo di case con la tenacia di un fiero pastore. San Nicola, San Donato, l’Assunta e le processioni «silenziose e forti» che richiamano i numerosi emigrati. I balconi fioriti. Le opere d’arte seminate nel luogo come i murales di Giuseppe Apolito, la via crucis di Andrea Celano, gli alberi parlanti di Roberto Baglivi. Il bosco, magia di frescura e mito selvatico, divenuto per la lungimiranza della gente, paradiso del gusto per una sagra che è ormai leggendaria. La sagra. O meglio la «Festa nel Bosco» di Perito che, in questo agosto già in decollo, compie 39 estati e l’anno prossimo già si pensa a un importante programma di iniziative per celebrare un quarantennale di prelibatezze, tradizioni e sapori antichi.

Dal 6 al 13 agosto, i gastronauti in vacanza possono atterrare in questo paese che nella costellazione dei borghi somiglia a un brigante dormiente nella controra. Eppure qui nessuno riposa. Basta inoltrarsi nel bosco, accomodarsi ai tavoli, tra le selve e le stelle, e vedere in che modo affascinante e vigoroso le donne riescono a «cavare» e plasmare la pasta riuscendo così a realizzare gli imperiali «cavatielli»; basta osservare come le cameriere, vestite con i tipici costumi del folclore locale, fanno girare la ruota del gusto, servendo, in un trionfo di vino rosso, rosoni di capocollo e assaggi di cacioricotta di capra, primi conditi con il mitologico ragù di castrato, “sauzichieddi” speziati e arrosti di vitello alla brace, “minestre strette” e mistiche “ciaule”, intrugli arcaici di verdure e patate che celano la pozione della longevità e il trucco dei semidei; basta fermarsi a parlare con gli organizzatori della festa e con il presidente della combattiva Pro Loco, Angelo Mondillo - che vigila la manifestazione con la virtù della calma e un sorriso rassicurante - per comprendere, giù nel castagneto, quanta passione venga messa per promuovere la dieta mediterranea e i sapori non addomesticati.

Ai cercatori di pepite gastronomiche consigliamo anche un passaggio a Ostigliano, frazione di Perito raccolta a valle, dove, dal 10 al 15 agosto, nel labirinto presepiale del centro antico si svolge la ventottesima edizione di «Vasci, portuni e pertose». Nessun bosco come scenario ma si banchetta nel portone del solenne Palazzo della Marchesa e in una carrellata di androni tra archi, tabernacoli e l’incantevole “trappìto”, frantoio in uso fino agli anni ’90, il cui nobile passato è raccontato dalla presenza taciturna della «pressa» e dall’immobilità della «macèna». Suggeriamo di provare i panzarotti al castrato e i “vicciddi”, gocce di nuvole fritte alle erbe aromatiche, di cui pare fosse ghiotto Parmenide.

Perito è il paese dove nessuno dorme: l’estate spalanca le porte del tempo sacro. A conferma di questi occhi sempre aperti, elettrici, proiettati sì al futuro, ma fortemente rispettosi e innamorati del passato, ci sono due appuntamenti che meritano di essere citati. Il 13 agosto nell’aula consiliare “Antonello Apolito”, sarà ricordata la figura straordinaria di Lanfranco Cirillo, per tutti “il professore”, prematuramente scomparso il dicembre scorso, non prima però di aver portato a termine, con la grazia dei puri, un altro libro ispirato al suo amato borgo, dal titolo “Cure mediche nel Cilento tra scienza e magia”, in cui riporta alla luce un manoscritto del 1827, ritrovato a Perito, con le “ricette” di Gerardo Cecchi. Opera -  edita da Iuppiter Edizioni e con prefazione impeccabile di Maria Pina Cirillo -  coerente con quel suo desiderio, già espresso nel saggio “Perito: un casale di uno Stato” e in altri studi antropologici, di viaggiare a ritroso, custodire la carta d’identità del suo paese e ricostruire il mosaico, ricco di curiosità e preziose notizie storiche, della comunità peritese. 

L’8 settembre, invece, spazio al tributo ad Andrea Celano, l’artista “delle cose bellissime”, con la prima edizione del premio artistico a lui intitolato, un’estemporanea di pittura che, come hanno scritto gli organizzatori, serve a ricordare «un caro amico che con la sua arte ha portato il nome di Perito in giro per il mondo». L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Perito, curato da Michelangelo Cirillo, con il patrocinio del Comune di Perito e il contributo della Fondazione Grande Lucania di Vallo della Lucania, sarà una sfida a colpi di pennellate e intuizioni che trasformerà la piazza del paese in un campo fiorito di cavalletti per onorare un plasmatore di antichi sogni e favole lucenti.  





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