Quel tesoro all'ombra di Roma

Rifarsi gli occhi con le bellezze di Tivoli

    di Adriano De Simone

Ad appena 20 minuti di auto dalla capitale, alle pendici dei monti Tiburtini, si trova l’antica Tivoli che, con le sue rovine e i suoi monumenti, vanta una storia riconducibile al 1215 a. C., in largo anticipo rispetto a Roma. La cosiddetta “Tiber Superbum” dell’Eneide virgiliana negli anni è stata crocevia di diverse culture che, nelle penne di poeti e scrittori, hanno provato a raccontarne un pizzico di pace e bellezza. Basti ricordare Goethe, che incantato scriverà “…ho ammirato uno degli spettacoli naturali più superbi. La cascata colà, con le rovine e con tutto l’insieme del paesaggio, sono cose la cui conoscenza ci arricchisce nel più profondo dell’anima”. Ed è proprio di questo genere di spettacoli che parliamo: la storia di Tivoli è abbracciata dalle bellezze del suo paesaggio naturale.

Dunque non è un caso se ad oggi l’immagine della città è strettamente legata alle sue terme o alle sue ville, delle quali ricordiamo l’archeologica villa Adriana, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO o l’incantevole, bucolica villa Gregoriana. Ma se cerchiamo qualche bene di maggiore rilevanza archeologica, possiamo sempre visitare il santuario di Ercole vincitore o i monumenti di villa d’Este.

Tra una visita e l’altra però, è il caso di lasciarsi andare al romanticismo e gustarsi uno degli impareggiabili tramonti che colorano il cielo con tinte forti e sempre nuove. Si continua con un salto nel centro storico, ci si avventura tra le stradine che sanno di Medioevo, per poi fermarsi sul ponte a guardare giù, il vecchio lavatoio, fantasticando sull’idea di raggiungere in qualche modo quelle rovine; ed una volta abbandonato il pensiero è bene continuare fino al tempio della Sibilla, dove magari ci si può concedere un attimo di incanto davanti ad una storia, ancora una volta immersa nella natura.

In tanta serenità, il tempo vola via dagli orologi e senza che se ne abbia coscienza è già ora di cena. Si potrebbe approfittare di uno dei localini che costeggiano le strade del centro. Due morsi ed un po’ di musica chiudono la scena tra i sorrisi mentre la mente ancora pensa “che luogo incantevole”, “che pace”, “che giornata”. Matura la voglia di farvi ritorno.





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