Il posto delle Litai

Il passo incerto delle preghiere. III puntata della rubrica «La persistenza del mito»

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

Dove finiscono le nostre preghiere? E iniziano davvero laddove scopriamo la nostra impotenza di fronte agli eventi e persino la nostra responsabilità vien meno? Qual è il loro potere, se non quello del conforto della cura nell'ascolto? Nelle orazioni siamo bocca che pronuncia e orecchio che si tende. Siamo contemporaneamente l'io e il tu. Chi chiede e chi tenta la risposta. Ogni supplica è quello spazio in cui l'efficacia dell'atto è stabilita dall'atto stesso, in anticipo sul contenuto di una replica, che potrebbe non arrivare. Forse è qui che iniziano e finiscono tutte le preghiere.

Questo dubbio potrebbe bastare a decidere di lasciare le domande d'apertura inevase, oppure no. Allora ancora: dove finiscono le nostre preghiere? Corrono. La loro condizione permanente è quella di una corsa, claudicante ma continua. Zoppe, strabiche, col volto reso grinzoso dal loro stesso pianto. Così appaiono ai greci le rugose Litai, figlie di Zeus. Questi spiriti delle Preghiere seguono, senza mai raggiungere, l'agile Ate, personificazione dell'Errore, dell'Inganno e della Dissennatezza, con lo scopo di porre rimedio ai suoi danni, di guarire coloro cui Ate ha nociuto. Giovamento ne trae chi alle dee porta rispetto. Al contrario, sottraendosi al loro ascolto, l'ostinato ne sperimenterebbe la collera. Rivolgendosi al padre Cronide, le Litai chiederebbero l'intervento della stessa Ate affinché lo tormenti.

Omero nel Libro IX dell'Iliade:

"Perocché del gran Giove alme figliuole

son le Preghiere che dal pianto fatte

rugose e losche con incerto passo

van dietro ad Ate ad emendarla intese.

Vigorosa di piè questa nocente

forte Dea le precorre, e discorrendo

la terra tutta l'uman germe offende.

Esse van dopo, e degli offesi han cura.

Chi rispettoso queste Dee riceve,

ne va colmo di beni ed esaudito;

chi pertinace le respinge indietro,

ne spermenta lo sdegno. Esse del padre

si presentano al trono, e gli fan prego

ch'Ate ratta inseguisca, e al fio suggetti

l'inesorato che al pregar fu sordo."

Cosa sono le preghiere e cosa questo racconto omerico, se non il luogo e l'allegoria del delfico Conosci te stesso, di fronte a ogni evento?





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