Al Mann amori divini

Fino al 17 ottobre, la mostra che racconta passione e sentimenti attraverso il mito

    di Enza Silvestrini

È in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fino al 17 ottobre 2017, Amori Divini, a cura di Anna Anguissola e Carmela Capaldi, con Luigi Gallo e Valeria Sanpaolo. Oltre ottanta opere, antiche e moderne, delle collezioni del Museo napoletano o in prestito da altri prestigiosi musei (come l’Hermitage di San Pietroburgo e il Musée du Louvre di Parigi), per raccontare l’amore attraverso le figure del mito. Narciso, condannato ad amare se stesso sino a trasformarsi nel fiore che porta il suo nome; Dafne, che per sfuggire all’amore del dio Apollo chiede e ottiene dagli dei di essere mutata in alloro; Danae, Leda, Europa, Io e Ganimede, amati da Zeus; Atteone, che per aver contemplato la dea Diana nuda viene trasformato in un cervo; la complessa storia di Ermafrodito, che unisce maschile e femminile, rivivono nelle opere dell’antichità (affreschi, sculture, gemme, vasi provenienti soprattutto dai siti vesuviani o magno-greci) e della modernità come nelle pitture di Gianbattista Tiepolo o di Anton Domenico Gabbiani. È un amore che lega uomini e dei trasformando i corpi e lo spirito.

Alcune conferenze approfondiscono degli aspetti del mito. Così Zeus e l’amore. Immagini e letture (14 settembre alle ore 19.00 presso la Sala Conferenza del Servizio Educativo del MANN) riflette sulle avventure amorose di Zeus, il più potente tra gli dei ma anche il più sensibile all’amore. Volubile e violento, quando è acceso dalla passione per donne, mortali o divine, per inermi fanciulli come Ganimede, Zeus può ogni trasformazione: in aquila, toro, cigno o serpente, in pioggia d’oro. Con infiniti inganni, riesce sempre a soddisfare i suoi desideri. L’archeologo Simone Foresta, seguendo un percorso diacronico, mette in luce la fortuna e i cambiamenti dei miti nelle varie epoche (dal mondo greco a quello contemporaneo) nell’arte e nella letteratura. Le letture, a cura di Marco De Gemmis e di chi scrive, vanno da Esiodo a Federico Fellini, riservando una particolare attenzione a Ovidio, il poeta delle Metamorfosi.

Amore narra la sua potenza: nessuno in questo universo può sfuggirgli, neanche gli dei che, in questa loro passionalità, sono profondamente umani. È l’amore, dicono queste opere, la fondamentale spinta al cambiamento, alla trasformazione, al movimento vitale.





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