LIBRI Vacanze con manette

La surreale e kafkiana esperienza di un napoletano a Tunisi

    di Ignazio Soriano

“Mi dicevo: adda’ passà a’nuttata. A sera, ormai, quando non entrava più luce dagli avari finestroni, quella pallida e timida luce che rappresentava l’unico contatto con il mondo esterno e quella libertà che mi era stata tolta senza alcun motivo, o se preferisci senza alcun reato accertato”: una vacanza in Tunisia alla ricerca di relax e cultura si rivela improvvisamente un incubo dalle tinte kafkiane. In "Vacanze con manette" (Iuppiter Edizioni, 2015) il napoletano Amedeo Forastiere, giornalista e manager della spettacolo, ci racconta senza freni, facendo rivivere, con tono colloquiale e scanzonato, la sua surreale esperienza.

Imprigionato a Tunisi per la sparizione dell’auto, creduta venduta dalle autorità, cade preda del vorticoso meccanismo giudiziario del paese dei datteri, “facendo pratica” degli usi e costumi delle sue a dir poco inospitali carceri, in particolare Bouchoucha, “la peggior prigione che esiste in tutta la Tunisia. In questo non mi ero fatto mancare niente. Nella mia vita ho scelto sempre il meglio”.

Dalle calde serate nei night di La Marsa, perso nella bellezza delle cartaginesi, all’impensabile arresto e all’arbitraria detenzione, fino alla permanenza forzata in terra straniera, in balìa di una sfiancante ed irrazionale burocrazia, l’autore non perde lo spirito e la verve popolare, perfino nei momenti in cui il destino sembra accanirsi contro, e dal sudicio materasso di una cella ci si fa forza solo pensando ai propri cari.

Un percorso di riappropriazione della libertà che si dipana tra estenuanti attese, false promesse e svariati tentativi di fuga e rimpatrio, anche tramite metodi non convenzionali, che il Forastiere con ironia "made in Italì", ripercorre tra fugaci riflessioni sulle differenze culturali e pittoreschi soprannomi, offrendo un quadro dettagliato della sua disavventura, soffermandosi sui vari personaggi incontrati, le spontanee amicizie, ma anche l’amore.

Facendo affidamento sulla proverbiale arte dell’arrangiarsi napoletana, lo sventurato turista “tira a campare”, e può beffardamente ricordare oggi le memorie delle sue "Vacanze con manette" accadute tra il 2008 e il 2009, una realtà in questo caso resa tragicomica dal registro adottato, ma che, tralasciando la ben peggiore attualità tunisina, denuncia suo malgrado l’immobilismo e la corruzione dilagante nel sistema, oltre all’assenza dei diritti di cui si può malauguratamente cadere vittima, sulla sponda sud come su quella nord del Mediterraneo. 





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