LIBRI Secondo Billy Sacramento

Yari Gugliucci e il manifesto di una generazione tradita e già vecchia

    di Antonio Di Dio

Nel secondo romanzo dell’attore e scrittore Yari Gugliucci, Secondo Billy Sacramento (Iuppiter Edizioni), Billy Svive la sua vita, o quello che ne rimane, in una Londra eletta oggi a terra promessa dei giovani artisti emergenti, humus multietnico e culturale dove far crescere la consapevolezza del sé lontana dal bigottismo delle origini. Immerso senza ossigeno in campagne pubblicitarie, facili innamoramenti e una Ducati rosso, si affanna a sopravvivere in quella città, che ormai sembra essere diventata il suo miglior incubo. Tra underground e quartieri a luci rosse, viaggi oltre oceano ed esperienze sadomaso, anime perse in cerca di conforto si incontrano su terre di un paradiso amaro tanto sognato, dove un nuovo messia a colloquio con Banksy sembra risorgere per la seconda volta, testimone di una rivolta dell’anima necessaria, prima che sia troppo tardi. Un cristo debole, fragile e peccatore che come il nostro Sacramento, in questa capitale new age si perde tra la folla “starmene appiccicato tra le tifoserie è un altro metodo efficacissimo per il mio stato d’animo al pari del rush-hour o delle lunghe file in cui sosto ogni giorno”, e addormenta i propri demoni cercando una pace, che in fondo non è altro che la dimostrazione del fallimento di una società, quella attuale, in cui ognuno sembra ormai ancorato alla zavorra dell’uno, nessuno e centomila. Una testimonianza che si muove tra l’autobiografico e il sognante, manifesto di una generazione tradita e già vecchia. Un racconto che parla di me, di te, di un noi spaventato, che si muove a ritmi freneteci all’interno di una realtà che stenta ad accettare. Un libro originale, audace e coraggioso, dove l’autore mostra i segni e le cicatrici di un tempo incerto "potrei vivere come fanno i  tre quarti dell’umanità, invece ho bisogno di toccare il fondo”, di un presente che ha tradito le promesse di una libertà senza freni, eredità di un passato recente, che la televisione commerciale prima e i nuovi media oggi esibiscono e dilatato “ Sapevo benissimo perché mi ero ritrovato in questa condizione di fuga, braccato dal mostro-market”, determinando identità che si frammentano sotto i  colpi di promesse di un effimero quanto improbabile successo. Quella di Sacramento è la voce spezzata di un’energia creativa che implode e si addormenta sotto i colpi del capitalismo delle merci in illusioni collettive. Billy è l’antieroe, quel messia che noi oggi rifiutiamo, il sogno di una nuova consapevolezza che può solo realizzarsi attraverso una discorsività reale con chi ci circonda, allontanando gli spettri di una società sempre più straniante e incantatrice.





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