Angerona e il piacere del silenzio
Nuova puntata della rubrica «La persistenza del mito», dedicata alla dea della riservatezza
di Sveva Della Volpe Mirabelli
In natura è l'ora più poetica della giornata e anche la più conturbante, l'ora del silenzio, l'ora blu. Reinette: “Non è proprio un’ora, è solo un minuto. Un po’ prima dell’aurora, c’è un minuto di silenzio. Gli uccelli del giorno non sono ancora svegli e gli uccelli notturni sono già a dormire. Ed ecco… scende il silenzio". Conclude dopo poco: "Se un giorno ci fosse la fine del mondo, sarebbe in quel preciso minuto e sai perché? Perché è l’unico momento in cui hai l’impressione che la natura cessi di respirare e questo… questo fa paura". Eric Rohmer, attraverso le parole di una delle protagoniste di Reinette e Mirabelle, si fa interprete del trascurato sentimento del silenzio. Ci invita liricamente a riconoscergli un posto, un momento e persino un colore, mostrandone allo stesso tempo l'ascendente di terribilità, la morsa, l'ineffabile stretta.
Stringere, soffocare, angustiare sono alcuni dei significati del latino angere, etimo alla base del nome Angerona, dea romana del silenzio che guarisce dalle angosce, solleva dagli affanni fisici e dell'anima, protegge dalle afflizioni coloro che ne sanno tacere, capaci di sopportare senza lamentazioni. Presso i romani la riservatezza era tenuta in grande considerazione. E alla dea dedicarono una statua nel tempio di Volupia, divinità con la quale talvolta viene confusa. Una prossimità che sottolinea di Angerona il carattere legato al piacere, quello della trasfigurazione del dolore in un godimento non procreativo, né esclusivamente carnale, ma più vicino alla gioia della rivelazione, cui il silenzio sempre prelude o a quella della guarigione, in cui il protetto nella quiete ascolta e risana i suoi mali, tanto d'amore quanto del corpo. Raffigurata con la bocca bendata, imbavagliata o un dito posato sulle labbra, in atto di invito al silenzio, la dea, nell'assenza di parola, istituisce un dialogo intuitivo con i suoi devoti. Il silenzio cala per aprire al mistero della divinità, all'estasi del superamento d'ogni stretta.