Uno Bianca, il terrore ritorna in tv

Su Rai Documentari il film di Alessandro Galluzzi ricostruisce i crimini della banda

    di Eugenia De Luca

È di recente produzione il documentario "La vera storia della Uno Bianca", realizzato da Rai Documentari in collaborazione con Verve Media Company per la regia di Alessandro Galluzzi in merito ai fatti della banda che tra il 1987 ed il 1994 ha terrorizzato il territorio emiliano e veneto con azioni feroci e delitti efferati. La banda della Uno Bianca inizia la propria storia criminale commettendo le prime rapine ai caselli autostradali, diversi e ripetuti ma tutti accomunati dallo stesso modo di esecuzione; è così che questo gruppo inizia a suscitare le prime attenzioni degli organi di polizia.

Trascorso del tempo e passato il clamore iniziale delle rapine, la banda comincia ad assumere una vera e proprio denotazione di organizzazione criminale. La svolta avviene quando Savino Grossi, imprenditore riminese del settore automobilistico, riceve un tentativo di estorsione proprio da questi malviventi. Grossi non cede e decide di denunciare subito; il giorno fissato per il riscatto, Grossi si presenterà scortato da tre uomini della polizia; parte subito un conflitto a fuoco che porta al ferimento di due uomini e alla morte del sovraintendete Antonio Mosca, sopraggiunta diverso tempo dopo proprio a causa delle conseguenze procurate da quel conflitto.

Questo sarà il primo di una lunga serie di omicidi: guardie giurate, passanti, e carabinieri. Tragica la strage del Pilastro dove la banda della Uno Bianca segna uno dei colpi più brutti e cruenti.Nella zona del quartiere Pilastro di Bologna, una pattuglia di carabinieri, ferma e a motore spento, composta da Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, viene raggiunta da una pioggia di colpi di pistola sparati proprio da questi senza all’apparenza un reale motivo. Solo in futuro si scoprirà che questi vennero mossi da un’ipotetica paura di un eventuale posto di blocco.

Decisivo alle indagini, fu un tentativo di rapina in un’armeria in pieno centro a Bologna il due maggio del 91’: una donna, unica testimone dell’atto, riconobbe uno dei malviventi; sconvolgente apprendere di come questo identikit ricostruito corrispondesse in toto proprio ad un poliziotto, presente quella mattina fuori il luogo del fatto, tale Roberto Savi.

Le indagini prolungate durante il corso del tempo portarono dunque ad una cruda realtà: tutti gli uomini della banda erano tutti uomini di stato, poliziotti e carabinieri. Roberto, Fabio e Alberto Savi, Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli, furono loro i responsabili di tutta la serie di rapine, omicidi ma soprattutto di tutto lo sciame terroristico diffuso in tutta Italia. Decisiva alla cattura di questi fu una donna, l’allora compagna di Fabio Savi: Eva Mikula; fu grazie a lei e alla sua collaborazione con la giustizia che venne svelato quello che tuttora resta uno dei capitoli più inquietanti della storia italiana.





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