Carosello

La storia della pubblicità in Italia

    di Silvio Fabris

Il 2 febbraio 1957 a quelle che diverranno le fatidiche ore 20,30, scatta una sigla dalla musica assai orecchiabile e agli occhi esterrefatti dei telespettatori del dopocena si presenta uno spettacolo inusitato: dieci minuti di pubblicità.

Era nata la più duratura, la più nota e (sembra impossibile) la più seguita delle trasmissioni televisive di tutti i tempi: era nato “CAROSELLO”. La televisione in Italia esisteva ufficialmente da tre anni, sperimentalmente da cinque e il problema della pubblicità, pur tra aspre battaglie, era stato affrontato e definito in uno speciale statuto, dal tono estremamente rigoroso.

Con l’istituzione di una rubrica giornaliera fissa, da ripetersi sempre alla stessa ora, all’inizio dei programmi di prima serata, delimitata da una sigla visiva e sonora in apertura e chiusura, che la separasse nettamente dal resto delle trasmissioni, si voleva evitare una pubblicità “all’americana”, (negli Stati Uniti, come è noto, i normali programmi possono essere interrotti in qualsiasi momento per l’immissione di comunicati pubblicitari).

Si intendeva anche evitare qualunque abbinamento fra spettacolo e propaganda nel nome della massima “neutralità” dell’ente RAI nei confronti della concorrenza commerciale. 





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