La grotta dello spirito
Il significato della prima fatica di Ercole per gli egocentrici nati sotto il segno del Leone
di Rosamaria Lentini
La storia assegna alla prima fatica di Eracle l’uccisione del leone di Nemea, l’astrologia pone quest’impresa nel quinto Segno dello Zodiaco, il Leone appunto, in una corrispondenza perfetta rispetto al suo significato simbolico. Questo è, in sintesi, il racconto dell’impresa. In una grotta a due uscite viveva un mostruoso leone che devastava le terre della regione di Nemea e divorava i suoi abitanti. Eracle ha l’incarico di ucciderlo. Dapprima tenta di farlo colpendolo con le frecce ma il leone è invulnerabile. Allora Eracle lo spinge all’interno della caverna, chiude con un masso un’uscita ed entra, riuscendo poi a soffocarlo stringendolo a sè. Dopodiché lo scuoia, si riveste della sua pelle e si pone sul capo la testa del leone. Poi si mette in viaggio per portare la carogna ad Euristeo. È interessante sottolineare due particolari del mito: Eracle riesce ad uccidere il leone solo dopo essere entrato nella caverna insieme a lui e senza l’ausilio di alcuno strumento estraneo alla sua persona perché è proprio così, da soli e in solitudine, che possiamo eliminare qualsiasi cosa che impedisca la nostra elevazione spirituale; l’altro particolare riguarda la testa del leone che Ercole indossa al pari di un elmo e il gesto fa pensare ad un’interiorizzazione della potenza leonina, liberata dalla precedente componente animalesca. Il rischio dei nativi del Segno è proprio quello di fossilizzarsi sull’esaltazione di se stessi, sull’egopatia, sull’autoglorificazione. Perciò la maestosità leonina va privata di queste componenti esteriori per diventare la forza interiore che sostenga nel cammino della vita. È certo che la prima fatica che deve compiere Eracle è utilizzabile per comprendere meglio sia l’identificazione uomo - leone, sia il lavoro che deve compiere il nativo del Segno per arrivare all’integrazione con il più morigerato e saggio uomo dell’Acquario e raggiungere quell’individuo che lo Zodiaco esorta ad essere. A questo punto è però necessario conoscere dapprima il motivo per il quale Eracle deve compiere le sue fatiche. Figlio di Zeus ed Alcmena, Eracle è perseguitato da Era che, tramite lui, vuole vendicarsi del tradimento subìto, perciò gli invia la Follia che lo induce a uccidere i figli. Rinsavito, si reca a Delfi a interrogare Apollo il quale gli dice che l’unico mezzo per riscattarsi dalla colpa, e conseguire l’immortalità, è di mettersi al servizio del cugino Euristeo e adempiere alla sua volontà. Le dodici fatiche rispondono, appunto, alle richieste di Euristeo al quale Eracle deve portare, ogni volta, la prova di aver adempiuto alla missione assegnatagli. Sono molti, nel mondo greco e non solo in quello, gli eroi figli di un Dio e di un individuo mortale (in questo caso Alcmena) che vengono perseguitati da un’altra divinità. In chiave metaforica ciò vuole significare che la natura divina, con la quale nasciamo, deve essere conquistata a scapito di una natura materiale - simboleggiata dalla divinità ostile - presente in noi e che dobbiamo sconfiggere attraverso innumerevoli e difficili prove. All’epoca delle fatiche Eracle era un eroe noto in tutta la Grecia, mentre la storia tramanda Euristeo, re di Micene, come un individuo presuntuoso e mediocre, ed è di questo individuo che Eracle deve diventare l’esecutore degli ordini al fine di porre termine al suo periodo di servaggio e diventare un uomo libero. È, dunque, facile individuare in Euristeo il simbolo di ciò che deve sacrificare Eracle per liberarsi della sua natura materiale, accedere a quella divina, con la quale conseguire l’immortalità. A proposito dell’elemento Fuoco al quale l’eroe appartiene, già in epoca antica Eracle era considerato il simbolo di un lavoro iniziatico che richiedeva molto sforzo, rinuncia e sacrificio anche fisico, e l’immortalità che i Greci gli attribuivano era data non in nome della grandiosità e del successo delle imprese compiute, ma degli sforzi e dei sacrifici che erano stati necessari per sanare la sua colpa. In quest’accezione l’uccisione dei figli assume il significato simbolico di rompere qualsiasi vincolo con la terra. Non va, poi, dimenticato che il nome Eracle ha il significato di “gloria di Era”. A tal proposito va chiarito che la religione greca, nel suo antropomorfismo, equipara le vicende degli dei a quelle umane, ma il loro significato è ben altro da quello apparente. Così Eracle, come figlio di Zeus ha in sé la scintilla divina, ma come “gloria di Era” erede della Madre Terra, ha il significato di quell’uomo che può nascere dalla terra e innalzarsi da essa per raggiungere quella natura divina che gli ha dato Zeus.