I capricci della Senna

La memoria della piena che travolse Parigi

    di Mario Paciolla

In Avenue Montaigne si organizzano delle piacevoli passeggiate in barca. Per due spiccioli, si passa ai piedi degli hotel più facoltosi, e dei fotografi vi scattano una foto inondata dalla Senna per la somma di 50 centesimi”. Così scriveva Apollinaire sul Paris Journal il 29 gennaio 1910. Strade allagate, una capitale paralizzata, centinaia di sinistri, acqua fino alla sommità degli archi pontili, barche galleggianti nel bel mezzo delle arterie haussmaniane, parigini divertiti che andavano ad assistere all’insolito spettacolo. La memoria della grande piena che colpì la capitale francese è stata tenuta in vita per tutto il secolo trascorso da numerosi immagini, cartoline, fotografie, strane e familiari allo stesso tempo. Il montare delle acque, causato da abbondanti piogge, fu un evento unico. In una settimana, dal 20 al 27 gennaio 1910, il livello dell’acqua salì da 3,80 m a 8,50 m. Più di 450 ettari si ritrovarono sott’acqua, una dozzina di arrondissements allagati. La Gare d’Orsay e quella des Invalides furono inondate, come quella di Lyon e Saint-Lazare. L’elettricità tagliata, le Quais della Senna scomparse. In qualche ora la città fu immobilizzata. Numerose persone passeggiavano stranite dall’insolito volto che aveva assunto lo scenario cittadino. I cavalli sostituirono i tram e si circolava in canotto. Immortalate dai fotografi, numerose scenette più o meno spontanee fecero il giro del mondo, e continuano ad essere la delizia di turisti amatori di cartoline. Le acque impiegarono più d’un mese a ritirarsi. Oltre ai danni materiali, estimati in 400 milioni di franchi in oro, l’inondazione provocò uno slancio di solidarietà nazionale verso i 150.000 parigini ed i 200.000 abitanti delle banlieues colpiti. I numerosi cartelloni dell’epoca testimoniarono il timore di epidemie manifestato dalle autorità. Al fine di evitarle, il prefetto di polizia in carica Louis Lépine, decise di riversare i rifiuti direttamente nella Senna. Durante tutto il 1910, delle operazioni caritatevoli furono organizzate per venire in aiuto dei sinistri. Il comune propose, a chi avesse voluto, di fissare delle targhe floreali sulle mura degli edifici, in modo tale da indicare il livello massimo raggiunto dall’inondazione, affinchè la città conservasse la traccia dell’evento. E soprattutto affinchè non fosse dimenticato che il pericolo è sempre in agguato. Infatti, nonostante la pianificazione del corso del fiume avvenuta negli anni successivi, Parigi resta una città vulnerabile ai capricci della Senna.  

 

 





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