Capocastello, magia dell'arte circense

L'ultimo weekend di luglio torna il Festival Internazionale di Artisti in Strada

    di Mariangela Ranieri

Il borgo medievale di Capocastello l’ultimo weekend di luglio, da oltre vent’anni, si dedica al legame sinergico tra territorio e valori sociali. L’Associazione Castellarte ha rigenerato, attraverso il suo solido impegno, non solo il territorio ma con esso ha dato impulso ad una rete di cooperazione che, ad oggi, contiene tutta la società di Mercogliano. È dunque un magnanimo do ut des che rende possibile il “Castellarte Festival Internazionale di Artisti in Strada”, attraverso il quale si intende aprire una finestra alla creatività, nonché una prospettiva diversa e forse migliore della realtà.

Dal 1997 Catellarte è diventato un Festival a sfondo tematico, artisti, spettacoli, convegni, mostre e proiezioni, tutto segue un unico leitmotiv, “dai ritmi musicali all’effetto serra”, l’Associazione nella teoria e il Festival nella pratica, operano in virtù di valori che sembrano in effetti appartenere ad un epoca così lontana quale il Medioevo. L’attualità, che per chi ha avuto modo di vedere le edizioni precedenti pare quasi un anticlimax, offre quest’anno il tema della (dis)integrazione.

“Migrazione” è un termine antico quanto lo è la terra che calpestiamo, riferito a situazioni che hanno visto partecipe l’umanità intera, oggi però è come se il mondo fosse saturo, come se ognuno avesse ormai preso il suo posto e cederlo, o quantomeno condividerlo, sembra essere utopia, nel senso più astratto del termine. Migrazione è un presupposto per poter parlare di integrazione o disintegrazione. Il polo opposto al termine migrazione è “cittadinanza”. Nel 2015 appare difficile che si parli ancora per astratto, è da più di 15 anni infatti che l’Europa si accontenta nel vedere il Mediterraneo come cimitero e le proprio coste come mura invalicabili. Il migrante è quindi costretto a vivere una sorta di “doppia assenza”, secondo le parole dell’antropologo algerino Sayad, si ritrova cioè, nella condizione di straniero nel paese natale ed in quello d’adozione. Disintegrazione è ciò che oggi siamo disposti ad offrire.

Il 24-25-26 luglio, i maestri dell’arte circense, acrobati, giocolieri, trapezisti, mimi, contorsionisti, agili ballerini e clown daranno vita a ciò che forse ha reso grande il teatro plautino che Dugas ha saputo racchiudere nel sul libro “La psicologia del riso”: non vi è fatto più studiato del riso, non vi è cosa sulla quale non siano state formulate più teorie, e tuttavia non vi è cosa che rimanga meno spiegata. Si sarebbe tentati di dire con gli scettici che bisogna contentarsi di ridere senza cercare di sapere perché si ride, tanto più che forse la riflessione uccide il riso.

È possibile consultare il sito http://www.castellarte.it/2015/ per conoscere il programma di questa splendida ma momentanea illusione.





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