LIBRI Festabarocca

    di Armando Yari Siporso

Nella storia del Regno di Napoli, dalla fine del ’600 in su,  il Carnevale ebbe una funzione compensativa, anche se per pochi giorni all’anno, per un popolo, spesso  vittima di poteri egemonici e prevaricanti.  La festa collettiva, che da allora cominciò ad essere pubblica, seppur con alterne fortune a secondo gli umori dei regnanti, continua tuttora  a caratterizzarsi  nelle forme più varie, parodistiche e  ironiche, verso i personaggi  della politica e dello spettacolo,  presi  di mira dalle sfilate carnevalesche  allegoriche.  In una tradizione,  che sembra crescere di anno in anno e moltiplicarsi, bisogna però dire che su tutte le altre,  si segnala un Carnevale irpino, molto particolare, raccontato nel recente libro di Aldo De Francesco dal titolo : “Festabarocca : il carnevale di Montemarano:  Popolo, caporabballi  e vicerè.  (Iuppiter  Edizioni).  A differenza  dei tanti carnevali,  di netto  e inconfondibile influsso vicereale, la specificità di quello montemaranese sta in solide e remotissime radici culturali, che l’autore, giornalista e scrittore, originario di questi luoghi e che vive e opera  a Napoli da molti lustri, coglie e spiega grazie a una narrazione  trascinante e alla rigorosa conoscenza, per “par condicio” sentimentale, delle vicende dell’ ex capitale e delle aree interne. Questa festa, nata da un intreccio  di due filoni:  quello  agrario,  di tipica civiltà italica,  sannita, ricca  di ritualità come le Primavere sacre, le feste dionisiache e le farse atellane e quello di influsso vicereale, risalente al periodo dei vicerè, rappresenta una sintesi ineguagliabile di più culture, collaudata da una plurisecolare tradizione. La sedimentazione di due precise  identità,  nucleo ispirativo e fondante del libro, è talmente ricca di storie, di personaggi e di vicende, da offrirci la vera cifra qualificante della fortuna e della  popolarità del carnevale di Montemarano, uno dei più antichi del Sud;  il cui popolo festoso,  ha saputo sfidare in secoli difficili l’arroganza di potere sempre più vigilanti e i rigori  di una Chiesa,  allora impegnata  nella piena offensiva della Controriforma, rivolta a  fronteggiare  le mire dell’ eresia  luterana, anche  nei più piccoli borghi. Giustamente Toni  Iermano, nel suo saggio introduttivo al libro,  afferma con l’autorità di critico prestigioso  che “ Festabarocca: in una sola parola è reazione agli irrigidimenti della disciplina civile ed ecclesiastica,  così  come  alle feste di corte , sempre esclusive e fittizie. Lo sberleffo  e l’irrisione possono diventare talvolta devastanti armi di trasgressione sociale”.  





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