Comunicazione e politica

Il rapporto che lega media e istituzioni

    di Silvio Fabris

Ogni grande svolta o grande evento è segnato dalla presenza dei media: come co-protagonisti, testimoni della svolta o dell’evento. Pensiamo alla caduta del muro di Berlino, la guerra del Golfo e ultimamente il problema Isis. L’influenza dei media nella società è molto forte. L’atmosfera in cui viviamo è informata dai media: politica, economia, cultura, vita quotidiana, tutte si svolgono sotto i riflettori dei mezzi di comunicazione di massa. Il potere dei media: internet, le tv senza frontiere, dei satelliti, delle telecomunicazioni, ad esempio, complicheranno o razionalizzeranno questo potere?

Non è esagerato affermare che i media diventeranno strumenti essenziali per la sopravvivenza stessa della forma di società in cui viviamo dove la comunicazione è tutto. In Italia il rapporto media e politica significa in molti casi subalternità dei primi alla seconda: la lottizzazione, le clientele ecc. ne sono il termometro. In ogni Paese, media e politica, sono strettamente connessi. Non potrebbe essere altrimenti: la politica senza i media non si dà nemmeno nelle dittature e in tutti i regimi i media devono fare i conti con leggi, regolamenti, pressioni. I media hanno avuto e hanno tuttora un ruolo non di poco nella crisi… giudiziaria del sistema politico italiano. I mezzi d’informazione, tuttavia, subito dopo i sono schierati, per la prima volta decisi, compatti e aggressivi, al fianco dei giudici, nell’opera di moralizzazione della politica. L’insofferenza finalmente esplicitata - e ufficializzata da azioni clamorose - per il sistema della lottizzazione della Rai, e un maggiore tasso di coraggio dei giornali nel criticare i politici lasciano ben sperare.





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