La coscienza di Zeno secondo Tullio Kezich

Il Mercadante di Napoli partecipa al riallestimento dello spettacolo

    di Teresa Mori

Dopo l’applauditissimo debutto nazionale al Teatro Carcano di Milano nel gennaio 2013 e un’internazionale tournèe di successo, il Teatro Mercadante di Napoli partecipa al riallestimento dello spettacolo La coscienza di Zeno secondo Tullio Kezich, attraverso la rilettura di Maurizio Scaparro.

Questo allestimento vede rielaborato, dall’elegante e sofisticata penna di Scaparro, quello che fu l’adattamento di Tullio Kezich del 1964. Plot avvincente ed attualissimo ha condotto il romanzo sulle scene tantissime volte, parafrasato da grandissimi interpreti. Ricordiamo:  Alberto Lionello (1964), Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci (1987), Massimo Dapporto con la regia di Piero Maccarinelli (2002). Nel ruolo del protagonista, questa volta, troviamo invece, Giuseppe Pambieri, uno degli attori più versatili del teatro di prosa italiano, già insieme a Scaparro nel Sogno dei Mille e fin sulle guglie del duomo di Milano nel luglio 2012 con lo spettacolo Assassinio nella cattedrale di Eliot.

Spettacolo che pare esser un affresco novecentesco raffigurante una Trieste moderna e cosmopolita crogiolo culturale della Mitteleuropa. Tra la fine della Belle Epoque e la Prima guerra mondiale si inserisce la vicenda interiore di Zeno Cosini, il quale racconta la propria vita in modo così ironicamente disincantato e distaccato da far apparire l’esistenza tragica e comica insieme. Zeno ha maturato alcune convinzioni: la vita è lotta; l’inettitudine non è più un destino individuale, ma un fatto universale; la vita è una “malattia”; la nostra coscienza un gioco comico e assurdo di autoinganni più o meno consapevoli. Il romanzo possiede un’architettura particolare: l’autore abbandona il modulo ottocentesco del romanzo narrato da una voce anonima ed estranea al piano della vicenda e adotta l’espediente del memoriale, del diario, in cui la narrazione si svolge in prima persona e non presenta gli avvenimenti nella loro successione cronologica lineare, ma inseriti in un tempo tutto soggettivo che mescola piani e distanze. Il protagonista non è più una figura a tutto tondo, un carattere, ma è una coscienza che si costruisce attraverso il ricordo, ovvero di Zeno esiste solo ciò che egli intende ricostruire attraverso la propria coscienza. Tutto in un tempo irreale, sovratemporale. Durante una seduta di psicoanalisi. Lo Zeno di Pambieri, tuttavia, è un uomo normalissimo, con i suoi difetti, i suoi pregi  e le sue fobie. Fantasie e timori che troviamo in ognuno di noi e che possono alla fine essere semplicemente sintomo di una vita vissuta a tutto tondo.

“la vita non è ne brutta né bella, ma è originale” (Italo Svevo, La Coscienza di Zeno).





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