Grazie Violetta

Dal 3 al 13 novembre 2015 Ozpetek ha portato in scena al San Carlo La Traviata di Verdi

    di Maria Neve Iervolino

Dal 3 al 13 novembre 2015 è andata in scena al Teatro San Carlo di Napoli La Traviata di Giuseppe Verdi, un classico eterno della lirica rivisitato in chiave moderna, ma senza stravolgimenti, è infatti ambientato nei primi anni del Novecento, calato in un’atmosfera orientaleggiante senza eccessi. Questa originale rilettura è stata portata dalla regia di Ferzan Ozpetek, celebre regista turco formatosi in Italia che ha dato all’immortale storia di Violetta tratti originali senza snaturare l’opera verdiana.

Non è la prima volta che Ozpetek porta al San Carlo di Napoli quella che probabilmente è la più popolare opera di Verdi; rispetto al precedente allestimento sono stati smorzati i tratti più orientali, lasciandone un allure in numerosi dettagli, come i narghilè sparsi nella sala delle feste, o i drappeggi in casa della Traviata. Si nota la mano del premio Oscar Dante Ferretti per le scenografie.

Sarebbe superfluo parlare della straordinaria bellezza del teatro più antico d’Europa se questa non contribuisse a incrementare la spettacolarità dell’opera allestita da Ozpetek, in particolare nella scena della grande festa, preludio di uno dei momenti più tragici del racconto, il teatro stesso sembra annullarsi e ripiegarsi su stesso nel vortice delle danze, per poi esplodere nella violenza crudele di Germont, interpretato da Stefan Pop.

Intensa la scena della morte, ad elevato impatto visivo grazie agli inediti giochi di ombre, tanto che il sangue, vivido e ben visibile sulla tunica di Violetta smette di essere un segno di morte per divenire il filo rosso che lega insieme la cortigiana delle camelie descritta da Dumas, la traviata del libretto di Francesco Maria Piave e la Violetta con le fattezze di Cinzia Forte, formano una figura unica di donna raffinata capace di decidere per sé stessa ma disposta al sacrificio. Le tre donne, ciascuna parlando per la propria epoca, sembrano dire in una sola voce:

Tutto è follia follia nel mondo

ciò che non è piacer.

Godiam, fugace e rapido

è il gaudio dell'amore;

è un fior che nasce e muore,

né più si può goder.

Questa fusione che è rilettura di tutte le traviate della letteratura e della musica è la migliore innovazione portata da Ozpetek alla lirica italiana.





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