Eclettico Fontanarosa

Energico esordio del cantautore partenopeo, tra blues e ritmo mediterraneo

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

Lo scorso 25 novembre, la neoclassica Casina Pompeiana nel contesto incantevole della Villa Comunale di Napoli ha ospitato, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, la presentazione del nuovo album di Alessandro Fontanarosa dal titolo “Fontanarosa”.

Ingegno originale, indocile, laborioso e audace, il cantautore, nato a Napoli nel 1977, è al suo primo capitolo discografico. In esso converge la molteplicità del suo talento. La recitazione, la pittura, la realizzazione e il successo di una particolare linea di abbigliamento, Jack La Motta, sono alcuni dei campi in cui sperimenta il proprio estro. È con la musica però che la sua creatività trova piena espressione, una passione ereditata dal padre,  che negli anni ’70 era un cantante semi-professionista molto noto nei night club.

Fontanarosa ha partecipato nel 2011 con tre dei suoi brani, insieme ad altri giovani artisti, al progetto  “Virus vitale”, ideato e curato da Willy David, produttore di Pino Daniele, e ha collaborato in varie occasioni con Enzo Gragnaniello, che lo ha voluto anche nel suo ultimo cd.

Con quest’opera prima il musicista partenopeo esordisce energicamente, preservando il sincretismo del Neapolitan Power. Per impreziosire l’incontro eterogeneo tra il blues e il mediterraneo si serve, oltre che di ritmi ibridi, di una lingua mista fatta di italiano, dialetto napoletano ed episodiche incursioni in inglese, come in  “Hey girl”. Il disco contiene in totale 10 tracce. A eccezione di “Song animale”, una cover dell’amico Enzo Gragnaniello, Fontanarosa è autore sia dei testi e che delle musiche dell’album.

La lavorazione è avvenuta presso gli studi Sud in Sound, con la supervisione di Gennaro Franco, Robert Fix, Davide Iannuzzi, e la valida collaborazione di strumentisti come Piero Gallo, Aniello Misto, Marco Caligiuri, Francesco del Prete, Nando Trapani, Ernesto Nobili ed Enzo Valanzuolo. Fontanarosa dimostra d’essere artista proteiforme: canta tutti i brani, esegue virtuosi assoli di chitarra elettrica, suona la chitarra acustica (alternandosi col chitarrista Stefano Onofaro) e suona il basso in “Song animale”, spaziando dal blues al funky, alle più porose atmosfere neapolitane.





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