Scuola e lavoro

Due realtà che non si incontrano

    di Silvio Fabris

Perché tra mondo dell’istruzione e quello del lavoro continua ad esserci un solco profondo? Due mondi che viaggiano in modo parallelo, come mondi che non  incontrano mai, se non casualmente.

Ognuno di questi ambiti sviluppa le sue regole, i suoi meccanismi di organizzazione, ed una persona che passa dall’uno all’altro è come se dovesse imparare tutto daccapo, come se il percorso fatto fino ad allora non avesse niente, o quasi, a che fare con il passaggio successivo.

C’è la necessità di un rinnovamento del mercato del lavoro, proprio nell’ottica di una maggiore interazione fra questi mondi che sembravano destinati a non capirsi: la scuola, l’università e il mondo del lavoro stesso.

Insomma, o l’Europa, e l’Italia, sapranno rendere la conoscenza più competitiva e dinamica, oppure perderanno la sfida con le economie emergenti del pianeta. È necessario, quindi, che l’istruzione e la formazione non siano più visti come un percorso a sé stante, che anche i percorsi di apprendistato e di alternanza scuola-lavoro rientrino nel sistema della formazione, in modo da scongiurare la rapida obsolescenza delle varie competenze professionali.

Bisognerebbe incentivare alcuni studi universitari, nell’ambito delle materie scientifiche e la comunicazione. I lavori destinati a crescere sono quelli legati all'ingegneria, all'informatica, alle telecomunicazioni, alla salute, alla protezione ambientale, ed è necessario incentivare queste scelte per preparare le nuove generazioni di universitari alla crescita attesa delle nuove professioni, realizzando le aspettative di carriera e di soddisfazione personale, che oggi invece sono mortificate. Insomma, o la scuola, l’università e il mondo del lavoro si comporteranno come degli staffettisti perfettamente coordinati tra di loro, oppure la velocità di crescita della nostra società rischierà di rallentare moltissimo.





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