Rassegnazione Napoli

Il pareggio col Chievo, Nick Hornby e il mercato

    di Roberto Bratti

Rassegnazione. E’ il sentimento del giorno dopo, quando rabbia e delusione scivolano via insieme ad una notte trascorsa insonne a ripensare al pareggio interno col Chievo. Rassegnazione per un film già visto, con una sceneggiatura che si ripete identica anno dopo anno. Un’ottima partenza, l’illusione di poter competere fino in fondo per quella cosa che per scaramanzia neanche nominiamo. E poi le battute di arresto in serie, il ritorno sulla terra, la fine dei sogni, il trovarsi a fare i conti con la realtà. Una realtà che dice che il Napoli non è ancora pronto a raggiungere traguardi importanti. Nonostante un allenatore che ha vinto tutto, nonostante un attacco stellare, nonostante una squadra che, quando gira, gioca il miglior calcio della serie A. E allora rassegnazione. Rassegnazione per quell’acino di sale che manca sempre a fare saporita la minestra. Rassegnazione per l’immobilismo sul mercato, per le lungaggini burocratiche dei contratti, per quei vorrei ma non posso, per il tesoretto che resta sempre nel cassetto.

Rassegnazione per la mancanza di mentalità vincente, da parte di tutti, società e tifosi. Rassegnazione per una Juve troppo forte, che va sotto a Roma contro la Lazio e con un uomo in meno risorge, pareggia, di rabbia, orgoglio e cazzimma. Quella cazzimma che non si compra a gennaio, la devi avere dentro, nel dna, è quella cosa che ti fa  stare male quando stai perdendo e che ti spinge a risalire. E che al Napoli manca, è sempre mancata. Rassegnazione per la cavalcata della Roma, che molti davano come fuoco di paglia, e che invece si sta dimostrando squadra vera, giornata dopo giornata.

E rassegnazione perché malgrado tu sappia tutto questo, non potrai fare a meno di farti coinvolgere. Non potrai fare a meno di soffrire, di gioire, di inveire, di seguire, di parlarne. Perché è dentro di te, è più forte di te.

E allora mi vengono in mente le ultime parole con cui Nick Hornby chiude Febbre a 90, la mia bibbia personale, il libro che ogni malato di calcio non può non avere sul comodino.

“Contro l’Aston Villa, una settimana dopo il Wrexam, mi balenò davanti tutta la mia vita. Un pareggio contro una squadra da niente, in una partita insignificante, di fronte ad un pubblico insofferente, di tanto in tanto arrabbiato ma più che altro stancamente tollerante, nel freddo gelido di gennaio…”.

Io ti posso capire, Nick.

Non sai quanto.





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