LIBRI Toto' sbanca

Pienone al Teatro Diana per la presentazione del libro omaggio al principe della risata

    di Vincenzo Maio

Lo scorso 11 febbraio, a Napoli, presso il foyer del Teatro Diana, si è tenuta la presentazione del libro “Totò sbanca” (nella foto), iniziativa editoriale nata da un’idea della Banca di Credito Cooperativo di Napoli e della Iuppiter Edizioni per celebrare i 50 anni della scomparsa del principe della risata, avvenuta nel 1967. All’incontro sono intervenuti: il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il presidente della Bcc Napoli Amedeo Manzo, i curatori del libro Gianni Ambrosino e Aldo De Francesco. Ha moderato Titta Fiore, capo delle pagine di Cultura e Spettacoli de “Il Mattino”.

È un libro che racconta vita e carriera di un gigante dello spettacolo e della Commedia dell’Arte che ancora oggi, nonostante il mutare di modi, costumi e tendenze, è al centro della scena. La presente opera è un saggio corale che narra e svela grandezze, amori, fragilità e sogni del "marziano del Rione Sanità" attraverso originali interventi, testimonianze inedite, una sorprendente sezione antologica e un'ultima parte in cui scorre un inarrestabile fiume di battute, curiosità e aneddoti. Pagine scritte e pensate come un invito alla lettura e rilettura di un mito che merita di essere rivissuto e conosciuto dalle nuove generazioni per il modo in cui ha onorato Napoli e ha creato una maschera irripetibile e senza tempo.

In prima pagina c’è una lettera, una sorta di testamento spirituale, che Totò ha scritto prima di morire, e che si commenta da sola: «Non credo che dopo la morte avrò mai un monumento e neanche un monumentino. Io lo farei alla mia bombetta che ha tanto contribuito al mio successo. Come la pietra filosofale che rendeva invisibile chi la possedeva, anche la mia bombetta è capace di compiere un incantesimo: trasforma Antonio De Curtis in Totò. Vi pare poco?». La lettera continua con toni accorati e struggenti, nei quali Totò evidenzia l’ atteggiamento negativo dei critici del suo tempo, che lo hanno sempre stroncato, anziché dare consigli costruttivi. L’artista conclude affermando di rispettare i critici, senza essere da loro ricambiato.

Nella sua prefazione Amedeo Manzo ha scritto: «Totò non si discute, si ama e basta: ogni suo approfondimento non può che giovare alla migliore comprensione di un poliedrico maestro della scene tra i maggiori del secolo scorso, su cui l’ esercizio della ricerca ha molto ancora da dire e da aggiungere».

I curatori Gianni Ambrosino e Aldo De Francesco in una nota hanno evidenziato che «dopo cinquant’anni dalla morte di Totò nessuno più di lui continua ad essere nel cuore e nella testa della gente comune, con un fenomeno diffuso di collettiva simpatia, ed un immenso debito di riconoscenza e di gratitudine dovuto a un maestro dello spettacolo, inteso nell’accezione più ampia, al quale non furono risparmiati, con gli elogi e gli encomi, allo stesso tempo riserve, dubbi e critiche, talvolta ingenerose, rispetto alla sua oggettiva grandezza».

Tra i numerosi autori dei testi presenti nel libro si ricorda l’editore di Iuppiter Group Max De Francesco che ne “La banda degli amici, fuoriclasse in bontà e protettore di cani e gatti”, ha scritto: «Così parsimonioso per se stesso, (Totò) spalancava anima e portafoglio per gli amici della prima e dell’ ultima ora. Una generosità istintiva e riservata che, dopo la sua morte, divenne leggendaria. Amici clochard che ricevevano bigliettoni da mille lire; amici camerieri che incassavano mance poderose; amici giornalisti come Andrea De Pino, stralunato redattore senza macchia e macchina da scrivere che, un giorno, tornato a casa, ne trovò una, dono del Principe».

 





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