Ridi e fai ridere

Perché le risate fanno bene al corpo e alla mente

    di Amedeo Forastiere

Era la prima domenica di maggio del 1998, quando in India il maestro di Yoga, Dr. Madan Kataria, diede inizio al Movimento internazionale della Risata. Dopo 11 anni, dal 2009, ogni anno questa giornata particolare viene celebrata in tutto il mondo.
Quando un gruppo di persone ride insieme crea un’aura collettiva, fatta di una potente emozione positiva. Le onde elettromagnetiche create dal gruppo si estendono su quell’area come una pellicola protettiva. Questo è l’insegnamento di Madan Kataria e uno dei punti focali dello Yoga della Risata. I Club della risata, così vengono chiamati i gruppi di persone che praticano questa disciplina, diffondono il loro messaggio di pace ogni giorno in modo rigoroso.

L’umanità necessita di ridere per dimostrare che tutti, nonostante i diversi periodi di crisi, possiamo riempire il mondo di vibrazioni positive. Anche in Italia ogni anno la prima domenica di maggio si organizzano diversi eventi sul ridere, con l’unico scopo di portare la pace nel mondo e costruire una coscienza globale di fratellanza e amicizia attraverso la risata. Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre, si lascia intravedere un po’ la propria anima. Quando si ride ci si muove, ci si scuote, come un albero che lascia cadere per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere. Gli avari sono coloro che non hanno niente da offrire, e infatti non ridono. Albert Einstein diceva: Chiunque si accinga ad eleggere sé stesso a giudice del vero e della conoscenza, naufraga sotto le risate degli dei.

Svegliarsi e ridere, incrociare uno sconosciuto che ti sorride senza alcun motivo: sono modi positivi per augurare buona giornata. Fateci caso, le amicizie che ricordiamo di più sono quelle legate alle persone che ci hanno fatto ridere, divertire. Quando capita di rivedere una di queste persone, magari dopo molto tempo che non ci si incontrava, la prima cosa che facciamo è una bella risata, ricordando connostalgia il tempo che fu.

Ridere è fondamentale nelle relazioni amorose, perché crea quell'armonia che ti rimane dentro come un tatuaggio nell’anima. Ricordiamo una persona con la quale abbiamo avuto una storia d’amore, non solo e non tanto per le performance particolari, le posizioni da contorsionisti, ma soprattutto per le risate a cui ci siamo lasciati andare con lei.

Un mio amico, Riccardo veniva chiamato da tutti Riccardo cuor di leone (sì proprio così, come il re d’Inghilterra del 1157). Il soprannome non gli fu dato in quanto coraggioso o ribelle, come il sovrano inglese, ma perché offriva il suo cuore a ogni ragazza che incontrava. Si va bè, avete capito, il mio amico Riccardo cuor di leone era un portatore sano di piacere. Bel ragazzo, alto, snello, con una leggera barba tipo frate francescano che induceva fiducia nelle ragazze. La simpatica ironia, la battuta sempre pronta, la risata contagiosa erano le armi della conquista.

Da vero gentleman parlava poco dei suoi amori, ma di me si fidava. Una volta mi raccontò di una storia con ragazza francese. Si chiamava Vivian, studiava Medicina e Chirurgia alla Federico II. Riccardo me la descrisse come una bella ragazza, alta, snella, elegante, in poche parole di classe, ma anche nu’ femminone, o come diceva Fred Buscaglione un bel mammifero modello centotré. Riccardo mi raccontò che aveva un bel ricordo della francesina, perché era sempre allegra e rideva molto. Ogni occasione diventava pretesto per una bella risata, in poche parole una ragazza che non si dimentica.

Mi confidò che quando erano soli appartati nella camera da letto, o a casa della ragazza o da lui, la bella Vivian, dopo averlo baciato con passione, lo spingeva con finta violenza su letto, con espressione severa e sadica diceva Adesso ti devo mangiare tutto. Riccardo cominciava a ridere, mentre lei gli sfilava i pantaloni e tutto il resto. Poi con rapidità si spogliava anche lei, completamente nuda si tuffava su di lui, Riccardo divertito rideva.

A quel punto del racconto mi venne spontanea una domanda: «Riccardo ma con la bella francesina ridevate solo?»

Con una risatina misteriosa e lisciandosi la barba alla francescana, rispose: «Secondo te?»

Non trovai risposta pronta, ma solo un «non so!»

E lui: «Facevamo un break con la risata, la mettevamo sotto il letto».

I racconti di Riccardo sono sempre stati affascinanti, perché ci metteva dentro tutta la passione dell’amante delicato, imprevedibile e pieno di fantasia (come ogni uomo dovrebbe essere).

«Allora Riccardo dai raccontami, che facevate?»

Sempre con l'eleganza che contraddistingue un gentleman: «Quella risata così contagiosa mi trasformava in una sorte di Priapo…sai chi era?»

«No!»

«Priapo era una divinità greco-romana. Veniva rappresentato come uomo barbuto dotato di un fallo enorme, amante instancabile. Ecco cosa provocava in me le risate della bella francesina Vivian. Andavo giù pesante, lei tra un gemito e una risata continuava…ti voglio mangiare tutto. Poi quando Priapo stanco lasciava il talamo, la bella e simpatica studentessa di medicina si scatenava in un vero proprio show. Tante smorfie buffe, più ridevo e più si esibiva. I lunghi capelli biondi, li metteva sotto il naso stretti con il labbro superiore da formare l’effetto baffi…e io ridevo ridevo, e mi divertivo». 

Oggi è una geriatria di successo, sempre con il sorriso spontaneo e la sua simpatica risata… La simpatia è molto importante per un medico.

Le risate e i sorrisi vanno regalati, da ricordare poi nei giorni tristi, quando farà buio e per le notti insonni. Vi lascio con i versi di una canzone dedicata alla risata, scritta dal poeta napoletano Bernardo Cantalamessa del 1858. Poiché, è in dialetto molto antico – io stesso faccio fatica a leggerla. L’ho tradotta in lingua.

La canzone si chiama ‘A risa – La risata.

 

Ho da quanto sono nato, un vizio molto grande, non l’ho perso mai vai a trovare il perché.

Mi è sempre piaciuto di stare in allegria, io la malinconia non so che cos’è.

Di tutto rido, e che ci posso fare?

Non m’importa se sto sbagliando.

Io rido se uno piange, se sono disperato, se non ho mangiato, rido senza pensare.

Mi sembra che ridendo, ogni tormento passi. Ci si rallegra e diverte, più allegro si può stare. Sarà un difetto grosso questo qua?

Ma ce l’ho e non me lo posso più togliere. Il nonno diceva che tutte le cose lui le faceva ridendo. E così lo voglio fare. Questo è il mio difetto, voi già lo sapete, con me ridete. Ridete e andiamo, forza che bene vi farà…

Con una bella risata, Ah – ah – ah- ah.

Alla prossima ragazzi.





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