Netflix, perche' vedere la serie Ozark

Storia di un promotore finanziario con il talento di complicarsi la vita

    di Mario Vittorio D'Aquino

Quando ad un semplice promotore finanziario di Chicago, sconfitto da un matrimonio in rotta di collisione e da un lavoro che non lo appaga più, gli si chiede di riciclare denaro per un cartello messicano non si ha la libertà di scegliere, la possibilità di dire no. Soprattutto se tutti i suoi colleghi sono stati freddati dai sicari dei signori della droga e fatti sparire chissà dove davanti ai tuoi occhi. Il piano quindi è dover cominciare altrove, stravolgendo la routine personale e dei tuoi famigliari. La destinazione? Lontana dalla caotica città, meglio se in campagna. E perché non nel rurale Missouri, più precisamente a Ozark, quadro di distese boschive e del famoso lago, attrattiva estiva del luogo e che assume metaforicamente tratti shakespeariani. Non ha avuto scelta Marty Byrde (James Bateman che l’ha anche prodotta e diretta), protagonista della pluripremiata serie thriller targata Netflix Ozark (4 stagioni, 2017-2022). E’ accompagnato in questa irrimediabile sventura dalla moglie Wendy (Laura Linney) e dai due adorabili figli, Charlotte (Sofia Hublitz) e Jonah (Skylar Gaertner) che accettano un po’ contrariati ma non ignari della situazione gravosa.

L’ambientazione è ostile e il pericolo imminente. Marito e moglie, vicinissimi al divorzio, ora dovranno collaborare e fidarsi ciecamente l’un l’altro, manovrati da un burattinaio silente ma non assente e che li osserva attraverso alcuni uomini fidati. Marty e Wendy devono inerpicarsi in un territorio che li rigetta, non li vuole, chiuso in una bolla senza tempo, popolato da violenti, la cui povertà li spinge ad atti criminali per puro istinto di sopravvivenza. Tra questi spicca Ruth Langmore (Julia Garner), una burbera con buone intenzioni ma con una famiglia di fuorilegge alle spalle. “Buon” sangue, spesso, non mente. Dopo un periodo di adattamento utile a riconoscere i personaggi, la serie spicca il volo e non perde più quota, in un crescendo di loschi sotterfugi, accordi diabolici e decisioni irreversibili. E’ precisamente però il volo di avvoltoi che si avventano su una carcassa nel tentativo di strapparne almeno un piccolo lembo (una metafora ricorrente dei primi episodi). Ed è così che i protagonisti di Ozark si spartiscono litigiosamente i resti di un'America devastata dalla crisi economica, corrotta e malata. Come serpi, i Byrde si diffondono nel sottobosco di un territorio che non gli appartiene, fatto di regole sottaciute, corruzione spicciola e fucili a canne mozze. Il destino maledetto degli abitanti di Ozark è segnato. Non esiste riscatto né redenzione, solo perdizione. Una volta giunti, si perde ogni speranza di immacolatezza, in cui il tono freddo di un grigiore perenne è il complice perfetto per nascondere ogni nefandezza, persino la più evidente. E l’FBI fatica a rimanerne fuori da queste trappole demoniache.

Per certi, tanti versi la figura di Marty Byrde può essere associata a quella di Walter White alias Heisenberg (Bryan Cranston) il protagonista della Serie (sì, con la S maiuscola) Breaking Bad. Anche lui, per cause di forza maggiore, accetta (spontaneamente, a differenza di Marty) di immischiarsi nel mondo crudele e spietato del narcotraffico sebbene facesse tutt’altro nella vita (il professore di chimica) e come Marty è un insoddisfatto nella vita. Una seconda assonanza potrebbe essere rappresentata dalla figura delle mogli tra Skyler, la consorte del protagonista di Breaking Bad e Wendy ma il parallelismo non calza: mentre la prima ha una funzione (di primo acchito) distruttiva e non collaborativa, la seconda sposa quasi sin da subito la causa, passando spesso al comando con il suo fare da diabolica affabulatrice e spietata risolutrice di problemi e che in questo trova un certo feticismo.

Per entrambi i prodotti, la costruzione dei personaggi segue un (de)corso logico, con spunti comico/grotteschi, quasi surrealisti, il cui destino stesso dei due nuclei famigliari è rappresentato da una improvvisa minaccia interna che “apre gli occhi”, da un ingranaggio intrinseco che non funziona più, da un legame di sangue tradito.





Back to Top