Reina ci mette la faccia

Il portiere del Napoli si scusa dopo l'errore contro l'Atalanta

    di Roberto Bratti

Si può entrare nel cuore dei tifosi anche dopo una papera. Un erroraccio marchiano che spiana la strada ad un pomeriggio da incubo. Un tiro non irresistibile, parato mille volte in allenamento. Un destro scoccato da German Denis, ex mai troppo rimpianto, che quando vede il colore azzurro sfodera prestazioni da top player.

Quello di Pepe Reina non è l’unico errore individuale di una partita caratterizzata da strafalcioni grotteschi, più consoni a categorie amatoriali che alla massima serie.

La differenza però sta nella reazione all’errore.

Immaginate per un momento Walter Mazzarri con i guanti da portiere. Cosa avrebbe dichiarato dopo un abbaglio simile? “Il campo era bagnato, la palla è passata sotto le gambe del mio compagno traendomi in inganno, poi lo sapete, quando il pallone ti rimbalza davanti la traiettoria della palla diventa imprevedibile…”.

Oppure una mossa saggia e strategica sarebbe potuta essere quella di non presentarsi davanti taccuini e telecamere. Far passare la tempesta, aspettare una prestazione migliore, defilarsi come tanti.

Invece Pepe Reina ci mette la faccia. Dice le parole che ogni tifoso vorrebbe sentire: “E’ colpa mia. Non ci sono scuse. Sto male”.

Dice proprio così: Sto male. Come è stato male qualsiasi tifoso che ha assistito alla più brutta prestazione del Napoli di Benitez. Una partita troppo brutta per essere vera, una partita che è meglio cancellare al più presto dall’hard disk della propria memoria.

E’ un personaggio bizzarro, Pepe Reina. Uno che il carisma ce l’ha nel sangue. Uno di quei giocatori che è difficile non amare. Uno che fa sentire la propria voce nello spogliatoio, che è sempre vicino ai compagni in difficoltà. Un giocatore che esulta ai gol come un ultrà, uno che quando resta in panchina urla più dell’allenatore,  che ha sempre una parola di conforto per tutti.

Avrebbe potuto fare mille cose nella vita, Pepe Reina. Lo show man, l’attore, il politico. Ha fatto il portiere perché dotato di un grande talento, spesso offuscato dal suo ingombrante personaggio.

Un’esplosività sopra le righe, che spesso fa dimenticare che ci troviamo di fronte ad un atleta che è nella rosa della Spagna vincitrice di un Mondiale e due Europei, che è stato titolare inamovibile del Liverpool per cinque stagioni, che ha giocato una finale di Champions League persa col Milan, togliendo il posto a quel Dudek che invece la finale l’aveva vinta, sempre col Milan, due anni prima.

In panchina c’era Rafa Benitez. Che l’ha voluto fortemente nella sua avventura partenopea.

Ci ha messo poco Pepe Reina a entrare nel cuore dei tifosi.

Quando si ha il coraggio di metterci la faccia, è molto più semplice.

 





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