Astori, l'amore di Francesca in un libro

La Fioretti racconta la sua vita accanto al calciatore scomparso all'improvviso tre anni fa

    di Eugenia De Luca

Mi è capitato recentemente di sentire una canzone di Ben Harper, “Diamonds on the inside”, e un verso recita: “Quando hai tutto, hai tutto da perdere”. Si, spesso è proprio così ed è quello che ho pensato quando ho iniziato a leggere “Io sono più amore” opera prima di Francesca Fioretti. Il suo nome non è nuovo, modella, showgirl ed ex gieffina, ma soprattutto compagna di Davide Astori che la lascia sola d’improvviso in una notte d’inizio marzo di tre anni fa. Capitano della Fiorentina trovato esanime in una stanza d’albergo di Udine, dove da lì a poco avrebbe dovuto affrontare la squadra avversaria.

Davide è morto a causa di una complicanza cardiaca non diagnosticata; su questa vicenda è intervenuta la magistratura aprendo l’inchiesta ed arrivando a condannare un medico sportivo per non aver adempiuto in toto ai controlli di cui ogni atleta necessita. Davide sarebbe ancora qui se nel corso del tempo avesse effettuato un accertamento tramite holter cardiaco. È una storia che ha fatto scalpore, soprattutto per l’umanità e per la sensibilità con cui è stata vissuta da tutto il mondo sportivo e dalla sua famiglia; come dimenticare la Basilica di Santa Croce gremita di personalità stretti in un silenzio assordante per salutare un’ultima volta un uomo buono e per bene.

Francesca, la compagna e madre di sua figlia, aveva solo trent’ anni quando ha dovuto fare i conti con questo dolore, e la loro bambina, Vittoria, solo due. Il dolore di questa famiglia è stato affrontato nel modo più dignitoso; un dolore lancinante, che ti spezza il fiato e di cui non riesci a darti una spiegazione razionale. Proprio da questo dolore nasce “Io sono più amore”, un inno alla vita e all’amore affinché tutto questo non resti vano e far sì che il suo ricordo resista nel tempo per tutti coloro che hanno amato e conosciuto questo ragazzo.

Nel libro Francesca ripercorre la loro storia d’amore, dai viaggi alla sorpresa più grande, la loro Vittoria. Erano proprio in Nepal quando dopo un malore di Francesca, la coppia apprende tristemente di aver perso il bambino che lei portava in grembo. Il loro viaggio continua ed una volta tornati in Italia scoprono, per caso, che quella vita così piccola era ancora e non li avrebbe più lasciati. La narrazione di Francesca è resilienza, è necessità di sopravvivenza ma soprattutto voglia di normalità per lei e la sua bambina che, passati i primi giorni più difficili seguenti la dipartita di Davide, e attorniate dai cari, avrebbero dovuto affrontare la loro quotidianità senza il loro compagno di vita, gioco ed avventure.

Il racconto è un susseguirsi di riflessioni e avvenimenti, dagli stratagemmi che Francesca utilizza per abituarsi ad una vita diversa, passando alla piccola Vittoria che tra una domanda ed un’altra cresce e che vuole conoscere chi fosse il suo papà. È un inno alla vita, un insegnamento a quello che un destino, talvolta, crudele può farti incontrare sul tuo percorso, ma soprattutto è un apprezzamento a tutto quello che si ha senza rendersi conto di quanto si è fortunati.





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