Il bar fai da te

Sulla vendita di cibi in strada senza tracciabilità

    di Adelaide Caravaglios

Non si possono commercializzare né somministrare abusivamente cibi cotti e carni animali senza etichettatura né tracciabilità, neanche se conservati in un frigorifero di fortuna: lo sa fin troppo bene quel venditore ambulante scampato ad una pena ben più severa della semplice contravvenzione (tre mesi di reclusione) “per aver somministrato e commercializzato abusivamente, sulla pubblica via, cibi cotti e carni animali in assenza di etichettatura e tracciabilità, conservandoli all’interno di un frigorifero, anch’esso tenuto in strada, privo di rivelatori di temperatura”. Da quanto emerso in sede di giudizio, anche le vivande risultavano non in perfetto stato di conservazione: insomma non proprio appetibili.

Per i giudici della III sezione penale (sentenza n. 45539/2017), però, i capi di imputazione non erano riconducibili a reati veri e propri bensì a contravvenzioni, con la conseguenza che per la loro configurabilità non era necessario alcun accertamento sulle caratteristiche degli alimenti, “essendo sufficiente l’esame visivo dei luoghi in cui essi erano conservati”. Questa riqualificazione della fattispecie ha quindi indotto i giudici ad annullare la sentenza impugnata senza rinvio “per essere il reato estinto per prescrizione”.

Reato estinto per prescrizione; cibo avariato per mala conservazione!





Back to Top