Ottaviano Food Festival

Il paese vesuviano si prepara ad accogliere, il 17 e 18 aprile, il villaggio del gusto

    di Mariangela Ranieri

Prima dell'Expo di Milano e per i prossimi mille anni l'Italia potrà vantarsi non solo dei bei paesaggi e dell'eleganza della sua lingua, ma soprattutto dei profumi, che ogni strada o vialetto emana. Ed è proprio con la voglia di far conoscere tutto ciò che di "casareccio" ancora esiste, che Ottaviano ospita il "Food Festival 2016", un vero e proprio villaggio del gusto, il 17 e 18 aprile.

Ottaviano è un piccolo paese alle pendici del Vesuvio che da anni combatte, con le più stravaganti manifestazioni, per far sì che i commercianti locali possano continuare a tenere le serrande alzate. La singolarità è un valore che infatti appartiene solo a piccole realtà come queste, dove ci sono viticoltori che scelgono ogni chicco d'uva, ragazzi che si inventano apicoltori e producono miele, altri ancora che diventano stilisti del caffè. Ecco chi ha travolto il progresso. Ecco gli effetti della rivoluzione che gli anni '80 e '90 hanno portato, i pomodori ormai marciscono e i limoni nessuno li strappa più.

Ottaviano Food Festival è un evento a cura di Alfonso Crisci, chef di Taverna Vesuviana, sponsorizzato da Electrolux, Villeroy & Boch, Acqua Panna, Eccellenze Campane, Eligo, Slow Food, Alleanza Slow Food dei cuochi ed infine Ambrosio. Il programma prevede arte, musica, finger food e chef stellati, alla stregua di Moreno Cedroni, due stelle Michelin, Expo2015 Ambassador; Pasquale Marigliano, tre torte Gambero Rosso, Pasticceria Marigliano; Davide Scabin, una stella Michelin, Ristorante Combal.Zero; Paolo Barrale, una stella Michelin, Ristorante Marennà; Lino Scarallo, una stella Michelin, Ristorante Palazzo Petrucci; Vincenzo Guarino, una stella Michelin, Ristorante Il Piovano; Peppe Aversa, una stella Michelin, Ristorante Il Buco; Paolo Gramaglia, una stella Michelin, Ristorante President.

"Non sappiamo fino a quando questo patrimonio gastronomico sarà ancora una lingua viva, perciò, noi che ci siamo, abbiamo l'obbligo di godercelo": Luciano Pignataro si pone in questi termini per sottolineare quanto la scelta dei generi alimentari possa influire sull'ambiente. L'Italia ha infatti perso di vista una delle sue primordiali e principali risorse. Columella, scrittore romano del I secolo d.C., racconta quanto la cura dei campi e la produzione privata possano giovare alla salute, "l'unica disciplina che non ha discepoli né maestri", l'unica però, di cui tutti si nutrono. Le due giornate del Food Festival saranno quindi uno stimolo affinché la Campania e l'Italia intera tornino a dare la giusta attenzione a quei prodotti locali che nessun'atra terra alleva.





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