Amore con clausole

Se divorziare è così "facile", può una relazione raggiungere la longevità?

    di Amedeo Forastiere

La crisi nella coppia di solito nasce per infedeltà e porta i coniugi davanti al giudice per il divorzio. Dopo essersi giurati, nella casa del Signore o in quella del sindaco, eterna fedeltà per tutta la vita, qualsiasi cosa accadesse, nella salute o nella malattia, nella ricchezza o nella povertà, quando ci si trova in un'aula del tribunale, prima per la separazione, poi per il divorzio, si diventa come due persone mai incontrate prima, sconosciute, nonostante magari nel frattempo siano nate anche due figlie.

Siamo ipocriti o falsi mentitori? Non lo sapremo mai, ma un dato è certo: le separazioni e i divorzi aumentano sempre di più. Questo perché la legge sulla fedeltà è cambiata, l’adulterio e il concubinato non sono più reati penali dal 1969, con l’abrogazione dell’art. 559, e 560. C.p.p. Oggi si tradisce con la stessa quotidianità con cui si prende un caffè al bar, tanto chi se ne frega, non è più reato.

In tutto questo modernismo di conquiste sociali, chi ne paga le spese è sempre l’amore, quello con la maiuscola. Con la nuova stagione televisiva estiva, su Rai uno, nella fascia pomeridiana delle 14, è iniziato un nuovo programma, Io e Te. Condotto magistralmente da Pierluigi Diaco. È un programma semplice, senza lustrini, pailette, ballerine. Come ospiti la signora della porta accanto o i due vecchietti che dopo cinquant’anni di matrimonio si tengono per mano, stretti, guardandosi negli occhi come se fossero ancora diciottenni. Io che sono un eterno malpensante, guardo e stento a credere che sia tutto vero. In certi programmi quelle coppiette sarebbero vecchi attori di teatro, che nessuno conosce, andati in televisione a recitare la parte degli eterni innamorati. In quello di Diaco no, ne sono più che certo; qualche amico che mi toglie i dubbi alla Rai c’è ancora.

Bisogna dare un 10+ agli autori del programma. Come vecchi cercatori di pepite vanno in giro per l’Italia, setacciando storie finché non trovano quelle di oro puro 24K. Per fortuna si possono ancora trovare vere storie d’amore, uomini e donne che si guardano negli occhi con la stessa luce di quando si conobbero, oltre mezzo secolo fa. Allora mi domando: L’amore, quel sentimento che spesso ci porta a fare delle vere e proprie follie, può durare per tutta la vita, fino a quando la morte non divide? Guardando il programma, Io e Te, sembra di proprio di sì.

Negli ultimi tempi, in altri programmi, pare siano in voga le coppie scoppiate. Dai sempre presenti avvocati matrimonialisti, divorzisti, ovvero quelli che tutelano il diritto di famiglia, sento parlare di contratto prematrimoniale. Premesso che nel nostro Paese non è ancora legge, in tanti lo praticano e i legali lo difendono. Entriamo nello specifico: Contratto, o accordo prematrimoniale, non è una forma di ricatto tra coniugi, forse non così certi di amarsi e di voler vivere il resto della loro vita insieme. In realtà non è negativo perché permette di salvaguardare il proprio patrimonio in caso di un’eventuale separazione.

Il provvedimento in sé quindi non deve essere visto come mancanza d’amore tra i membri di una coppia. L’accordo (come dicono gli avvocati) è solo un modo per garantire al futuro coniuge che i propri sentimenti siano sinceri e non contenuti in conformità a secondi fini.

Peppino de Filippo direbbe: è qui che casca l’asino.

Sì perché in tutto questo, per carità, forse legittimo, l’amore dov’è? Mentre l’asino è già cascato e mo farlo rialzare è una parola, se non siamo sicuri dell’amore, come quello dei vecchietti di Diaco, se dubitiamo che la persona che abbiamo scelto come compagna o compagno possa esserlo per tutta la vita, se non siamo certi che il pilastro che regge il sentimento sia di cemento armato, allora di cosa stiamo parlando? È un matrimonio per amore questo?

Il problema, secondo me, è che spesso confondiamo la passione con l’amore, sono due cose totalmente differenti. La prima è il cosiddetto fuoco di paglia, che brucia forte dando tanto calore, ma quando la paglia diventa cenere, si spegne tutto. L’amore è il vero sentimento, brucia, dà calore, ma non si spegne mai. Ho visto tanti amori forti, a prova di bomba, finiti senza un vero motivo, solo perché l’amore era finito, come una batteria che si scarica, non serve più e si butta via.

Ve ne racconto una, che a me sta particolarmente a cuore, i due sposini erano e sono due grandissimi amici. Perdonatemi se, per motivi di opportunità, userò due nomi di fantasia. Per lei, abbandonata, uso un nome greco: Stéphanos, ghirlandata, corona, incoronata. Per lui, che ha lasciato casa, famiglia e figlie per un’altra donna, l’appellativo più adatto non può che essere don Giovanni.

I miei amici, belle persone sia nel carattere sia nell’aspetto, erano considerate la famiglia del Mulino bianco. Due splendide figlie adolescenti. Quattordici anni di matrimonio, più otto di fidanzamento. Sempre insieme, vacanze invernali sulla neve, al mare ad agosto, felici e sorridenti, in tutte le foto postate su facebook, da suscitare invidia da parte di tutti quelli che non stati così fortunati. I miei amici vivono a Milano, quando mi trovo per lavoro nella città del Meneghino passo sempre a salutarli.

Un giorno chiamo il don Giovanni per dirgli che ero nella sua città, volevo vederlo e prendere il caffè insieme, una tradizione. Al telefono mi racconta che si era lasciato con la moglie Stéphanos. Resto basito, quando gli domando, perché?

Mi risponde: È finto l’amore, poi lo fanno tutti non vedo dove sia il problema.

Don Giovanni mi lascia senza parole. Decido di sentire l’altra “campana”, Stéphanos. Trovo una donna disperata, ma la cosa che più mi colpisce in lei, è la delusione. Mi racconta: Siamo stai insieme quasi vent'anni, tra fidanzamento e matrimonio, è possibile che di quest’uomo io non abbia capito niente? Con chi ho dormito tutti questi anni? Con chi ho concepito due figlie?

Poi mi racconta la delusione delle figlie, che sono le vere tradite (il primo amore di una bambina è sempre il padre). Saperlo tra le braccia di un’altra donna le fa star male, male, male! Situazione imbarazzante, non so da che parte stare, sono amici carissimi entrambi. Lui si giustifica, assumendo un atteggiamento da eroe, che non ha fatto niente di male, l’amore è finito e avuto il coraggio di confessarlo, anziché vivere nell’ambiguità la storia extra coniugale (l'amante). Lei disperata, nel cercare le sue responsabilità, quasi ad autoflagellarsi, si addossa delle colpe, non evidenti ma che sicuramente ci sono, no così drammatiche da mandare allo sfracello un matrimonio felice. 

Alle figlie la sera manca il calore del padre, la più piccola si addormenta abbracciata alla felpa di papy. Lui lo sa, e cerca di riempire il vuoto con regali, concerti degli idoli delle teenager, ma la cosa più importante è che lui sta bene, con il suo nuovo amore… Ipocrita o falso mentitore?

Certo, storie di famiglie perfette che da un momento all’altro si sfasciano sono vecchie quando il mondo. Arriva una persona che sconvolge tutto, portando l’amore in un modo diverso, magari perché no, girando per casa con una mise più frizzante? Per gli amori di oggi le coppie di vecchietti nel programma di Diaco, che dopo cinquant’anni di matrimonio si tengono ancora per mano, sembreranno animali del passato che mangiavano emozioni.

Avvertire quel friccicolio nel cuore o, come dice meno romanticamente qualcun altro, le farfalle nello stomaco, è ancora possibile, per cinquant'anni e oltre. Il segreto? Fare attenzione, non abbandonarsi facilmente a quegli amori che nascono con un brivido e finiscono con un livido.

Alla prossima volta ragazzi.





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