LIBRI Una piazza, un racconto

Storie di amori diversi alla diciassettesima edizione del premio letterario luterano

    di Mariangela Ranieri

Sono orma passati vent'anni da quando Luciana Renzetti ha ideato il progetto "Musica e cultura a Piazza dei Martiri" per la Comunità Evangelica Luterana di Napoli. In principio era un'iniziativa finanziata esclusivamente dalla Comunità, un po' alla volta però, i partenopei, commercianti e artisti, hanno deciso di sostenere la musica e la lettura, contribuendo economicamente e non solo alla cura ed al mantenimento di quella che era un'idea, ma che oggi rappresenta soprattutto un punto di riferimento per melomani e letterati. "Dalla prima rassegna - I concerti d'autunno - alla prima costituzione del Coro della Comunità, al laboratorio teatrale, alle mostre di arti visive si sono via via aggiunti - i Concerti di Primavera -, il Concorso Nazionale di Composizione ed il Concorso Nazionale di Letteratura - Una Piazza, un racconto", di cui Iuppiter Edizioni cura l'editoria.

La prima edizione del Concorso di Letteratura fu a tema libero, e così fino alla decima, fin quando fu deciso di dare coordinate alla fantasia e alla creatività dei circa duecentocinquanta concorrenti. Il tema scelto quest'anno, per la diciassettesima edizione, è la "diversità", "storie di amori diversi e diversi amori in cui la differenza - culturale, religiosa, sociale o sessuale - emerga in tutta la sua complessità e drammaticità o in tutta la sua magia e bellezza". Una tematica quanto più attuale, se si pensa all'appena trascorso anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, "storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale", così la cantava De Andrè nel 1980. Attuale se l'immagine di Parigi durante il 13 novembre 2015 ci è ancora vivida nella mente, perché nonostante sia una maschera, nonostante non sia la causa dei catastrofici effetti che tutt'oggi pesano sulle nostre teste, è comunque un dato di fatto che una diversa divinità sia, nel 2016, causa di pregiudizio razziale, causa di emarginazione sociale più o meno quanto ieri, o ancora oggi, seppur in grado inferiore, lo è stato il colore della pelle. È sorprendente invece scoprire la diversità, già solo nel punto di vista, ed è ammirevole ogni volta apprezzarla, e ancor più accettarla.

I vincitori di quest'anno sono Gaia Milocco con "A di Andrea, A di Amore"; Linda Di Giacomo con "Benimi per sempre"; Roberto Bratti con "Il destino non deraglia per venirti a cercare" ed infine Nazareno Caporali con "Jeta e Pietro".

Il grande traguardo che la diciassettesima edizione ha raggiunto è stata la partecipazione di due detenuti del carcere di Bollate a Milano. "Non importa perché siano reclusi, importa che il loro percorso di uomini privati della libertà fisica riesca attraverso il linguaggio dell'arte, come in questo caso, o attraverso lo sviluppo degli interessi diversificati a farli sentire uomini liberi nel dire e nel fare, uomini liberi di esprimere se stessi con l'intento di recuperare il reinserimento nella società, il valore della propria e dell'altrui vita": queste le parole della Renzetti, ed infatti è incredibile già solo dimostrare quanto potere abbia ancora la cultura, la letteratura, la scrittura. Un punto di vista diverso, quello di Nazareno Caporali, per "testimoniare che nella vita si può sbagliare, ma si può anche recuperare"queste invece, le parole dell'autore stesso, in cui forse, dopo aver vinto il terzo premo ex aequo, crede ancor di più. 





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