Amorevol-Mente, storie tossiche

VIII puntata della rubrica sugli amori da incubo. 'Orbiting' e 'Hoovering'

    di Vanna Morra

Ci avevo messo qualche mese per riprendere la mia vita e le mie facoltà mentali. In quei mesi erano passate una psicologa, un’estate e le mie adorate notti a tirare l’alba in compagnia.

Dalla puntata precedente:

Dopo qualche mese in cui avevo superato o meglio credevo di aver superato con orgoglio la disintossicazione, anche se un po’ malconcia psicologicamente, ho cominciato a riprendere in mano la mia vita e il mio lavoro. Evidentemente la mia ritrovata libertà, che il “fantasma” stava monitorando a mia insaputa, era diventata un po’ troppo libera, così ha fatto la sua prima apparizione palesandosi nel mio telefono. Un messaggio infinito, in cui ribadiva le mie colpe, che si concludeva con “Sei stata tu a mettere fine al nostro amore speciale, riflettici!”

“Rifletterci?!” Ma se da due anni non facevo altro! Riflettere e sempre riflettere, rimuginare e ancora rimuginare, cercando di dare una spiegazione che non c’era ad ogni cosa.

No, stavolta mi rifiutavo di riflettere da sola, si era degnato di farsi vivo e ne volevo parlare con lui, d’istinto lo chiamai. La sua risposta tempestiva è stata il tasto rosso con la cornetta in giù. A conti fatti una non risposta è una risposta più che eloquente.

Nelle settimane successive le apparizioni e le sparizioni erano diventate sempre più frequenti e ormai era chiaro che mi controllasse ogni movimento. Con i social era troppo semplice sebbene l’avessi bloccato ovunque e avevo ridotto al minimo i post della mia quotidianità.

“Mentre tu sei con i tuoi amici io sono solo a casa che sto male”.

“Mentre tu sei e fai… io sto male” erano tutti così quei maledetti messaggi al quale, come iter, seguivano il mio tentativo di telefonata e la sua non risposta.

Ma che stava facendo? Perché si ostinava a tormentarmi orbitandomi intorno se poi non voleva né sentirmi né vedermi? O forse avrebbe voluto ma aveva bisogno di tempo? E se stava davvero male? Eccomi qua, nuovamente disorientata e vacillante nel pieno della mia presunta disintossicazione. Per fortuna oltre a un minimo di buona volontà avevo anche il sostegno terapeutico della psicologa e degli amici.

Quello che stava facendo, oggi lo so, si chiama "Orbiting" e la dottoressa Ivana Napolitano, psicologa e psicoterapeuta, ci spiega cos’è.

L'orbiting non è la piena attuazione del ghosting, è qualcosa di più machiavellico, una strategia manipolativa artificiosa e malvagia che ha come unico fine quello di "tenere buona" la vittima. Il manipolatore tiene in vita una relazione agonizzante attuando un "ci sono/non ci sono" che genera ansia nella "preda" confusa da un atteggiamento carico di ambiguità. Attraverso piccoli ritorni dopo lunghe sparizioni, la relazione tossica si contraddistingue per l'ambivalenza presenza-assenza che vede il manipolatore "orbitare" attorno alla sua ex (non del tutto ex) senza darle certezze sulla stabilità del legame e senza definire una netta chiusura.

Adesso sì che dobbiamo rifletterci e facciamolo insieme. Se fossi stata munita davvero di buona volontà o di totale razionalità, avrei tentato di chiamare il manipolatore dopo ogni suo messaggio? Ricordiamoci sempre che l’unica arma che abbiamo, ma efficace quanto l’attacco solare di Daitarn Tre, per annientarli è l’indifferenza. A loro va bene ogni reazione, anche negativa, per testare il nostro grado di dipendenza. Fino a quando non riceveranno indifferenza sapranno che potranno tornare ad avere potere e controllo su di noi.

Non bloccarlo anche sul telefono, nel mio caso, era già un chiaro segnale che poteva tornare a far danni quando avrebbe ritenuto fosse arrivato il momento giusto. Io mi sentivo “del tutto ex” però c’era una cosa che mi mancava terribilmente: fare l’amore con lui. Mi ossessionava il pensiero che lui potesse stare fisicamente con un’altra donna e mai più con me. E io, avrei fatto ancora l’amore con qualcun altro?

Sì. Probabilmente complice il fatto che si fosse dileguato di nuovo nel suo lungo ghosting, ho dato spazio ad una nuova conoscenza.

Ed eccolo qui, signore e signori, il momento giusto per riapparire in pompa magna come nemmeno un carro allegorico del carnevale di Rio, per colpire e affondare.

Dalla puntata precedente:

E’ in questa fase di ripresa che dobbiamo fare estrema attenzione. Nel copione di queste storie c’è scritto che i vampiri ritornano sempre e ritornano perchè gli SERVIAMO.  Lo fanno con le più belle intenzioni, anche più belle di quando ci hanno fatto vivere la favola del love bombing. Ovviamente è solo una trappola. Sempre il copione narra che rapidamente torneranno ad essere peggiori di quando ci hanno lasciate.

Un messaggio dietro l’altro, diversi dai precedenti, non mi accusava di nulla, anzi a sorpresa si scusava e addirittura mi ha strappato sorrisi.

Accettai di vederlo. “Sono forte, posso affrontarlo”. Mi dicevo quasi credendomi. Finalmente era arrivata la mia occasione, quella di rinfacciargli anni di relazione in cui mai mi era stato concesso di dire la mia o anche di pensare in autonomia.

«Torniamo insieme? In fondo non ci siamo mai lasciati, tu sei la donna della mia vita e io il tuo uomo, non troverai mai uno migliore di me».  Era una cosa che mi ripeteva sempre, la differenza era che stavolta eravamo a cena in quel posto che tanto mi piaceva e aveva appena incassato tutti i miei sfoghi dandomi pure ragione.

«Assolutamente no», risposi ferma… o forse traballante e non me n’ero accorta?

Comunque dopo quel “no” siamo tornati a casa insieme.

Ed è così che “Ci son cascata di nuovo” e sì, l’ho scritto cantando e lo vedete anche voi Lauro con la sua tutina color carne e luccichini?!

Era finita l’astinenza, avevo ritrovato il mio pusher e lui la sua drogata. Era cominciata la mia seconda luna di miele e ben presto anche il mio peggiore incubo, peggiore di quello precedente. Annotiamocelo perché anche “il ritorno” è una tecnica manipolativa e si chiama Hoovering”.

La dottoressa Napolitano ci spiega che attraverso la strategia manipolativa definita "hoovering", la vittima, dopo periodi di rottura, viene risucchiata nella relazione tossica con la falsa speranza di ritrovare il partner idealizzato nella fase del love bombing. Il manipolatore, conoscendo molto bene la sua preda, sa come intercettare i suoi aspetti empatici, attua una campagna di riconquista volta a soddisfare ancora una volta la sua fame di controllo.

Non crediamogli, non crediamogli mai. Sono solo trappole, sono personaggi disturbati, ritornano solo per completare il loro piano di distruzione.





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