Boom obesita', i mali del fast food

Con la pandemia piu' consumo di cibo spazzatura. Perche' va visto 'Super size me'

    di Mario Vittorio D'Aquino

Riuscireste ad immaginare quanto sarebbe bello e soddisfacente poter mangiare sempre cibo fast food in pieno stile USA? Un bel bun di pane, un hamburger così finto da essere addirittura buono, accompagnato da salse preparate con le più disparate combinazioni che ne esaltano il gusto, spacciate talvolta per “cucina fusion”. E poi, perché no, un bel sorso alla vostra bibita preferita, rigorosamente gasata, meglio se Sprite così è contento anche il sicario Jules Winnfiled – interpretato da Samuel Jackson – del film “Pulp Fiction” secondo cui la combinazione cheeseburger più bevanda frizzante rappresenti la “colonna portante di ogni colazione multivitaminica”.

Un’affermazione che avremmo potuto accettare da un dipendente di una delle tantissime multinazionali sorte negli ultimi decenni che produce hamburgers, e possiamo assicurare che Jules – se non conoscete il capolavoro di Tarantino – non lo sia, ma che non possiamo permettere di assecondare. A conferma di ciò il regista e produttore statunitense Morgan Spurlock nel 2004, un’era geologica fa per la scienza della nutrizione, ha realizzato un preziosissimo e già innovativo documentario, denominato “Super size me”, in cui ha dimostrato su se stesso gli effetti postumi della conduzione di una vita sedentaria unitamente ad un regime alimentare sregolato, fatto di eccessi di junk food (cibo spazzatura). Seguito clinicamente da tre medici inizia l’esperimento perfettamente sano con valori nella norma. Spurlock si è imposto di dover mangiare sempre e solo cibo junk, precisamente del colosso del McDonald’s, per un mese, diminuendo contestualmente qualsiasi attività motoria al minimo storico. L’equilibrio fisiologico del regista, documentato in poco più di un’ora e mezza di filmato, viene a mancare con diversi effetti negativi per la sua salute manifestati in tempi brevissimi: tachicardia, ipercolesterolemia, respiri pesanti, affanno, valori sballati, depressione e perdita della libido.

Cosa è cambiato nel corpo di Spurlock in così poco tempo? Sicuramente l’assunzione eccessiva di alimenti ricchi di grassi, zuccheri semplici e sale scatena all’interno dell’organismo uno stato pro-infiammatorio conseguente ad uno stress ossidativo che affatica i vari organi. I livelli di colesterolo “cattivo” aumentano con il rischio di accumularsi nelle vene e nelle arterie provocando potenzialmente le ormai arcinote malattie del benessere oltre che ad un aumento di peso vertiginoso, prima evidente espressione estetica di uno squilibrio interno.

Emerge quindi da “Super size me” un quadro inquietante: la diffusione dell’obesità a macchia d’olio provocata da malsane abitudini alimentari. Per l’Oms questo disturbo è “un’epidemia globale” e “prima causa di morte” in Occidente con cui diverse malattie sono correlate (diabete, aterosclerosi, patologie cardiovascolari…), con il Nord America che è uno dei Paesi ricchi che conta più obesi tra la sua popolazione. Le cause possono essere di origine genetica ma anche socio-culturale: poco tempo per preparare pasti salutari, i fast food sono fast proprio per la rapidità con la quale un individuo riesce a sopperire il senso della fame con un prodotto gustoso e molto economico ma privo di valori nutrizionali adeguati. Alla salute abbiamo preferito la praticità, un’abitudine malsana che, al giorno d’oggi, con il periodo pandemico dell’ultimo anno e mezzo, mette sul banco un conto salatissimo e a tratti irreversibile per la nostra società.





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