Voci contro la mafia

23 anni dalla strage di Capaci. In piazza Municipio canta il coro giovanile del San Carlo

    di Maria Neve Iervolino

23 maggio 1992. Muore in pieno giorno uno degli maggiori promotori della lotta alla criminalità organizzata: Giovanni Falcone. Pochi mesi dopo, Paolo Borsellino, pallido, rassegnato, consapevole, dirà in una delle sue ultime interviste: “Sono un morto che cammina”. Nel giorno del ventitreesimo anniversario della strage di Capaci si ricorda il lavoro dei due magistrati e il sacrificio di congiunti e forze dell’ordine che sono morti per proteggerli. Rappresentanti delle istituzioni, morti nel silenzio dello Stato.

“Lo Stato è più forte delle mafie” è il messaggio della manifestazione organizzata dalla Rai nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. Sono presenti Pietro Grasso, nella doppia veste di presidente del senato ed ex magistrato da sempre impegnato contro la criminalità organizzata, e il Presidente della Repubblica Mattarella. Si susseguono numerosi i collegamenti con le città più risolute che in Italia combattono la malavita e con le scuole, dove viene insegnato ai ragazzi, veri protagonisti di questa ricorrenza, il senso della legalità.

Il collegamento più intenso per il giornalismo e per la lotta contro l’omertà è quello con piazza Municipio a Napoli, dove Il sindaco Luigi De Magistris, insieme ai rappresentati delle procure e delle forze dell’ordine ricordano il giornalista Giancarlo Siani, ucciso in circostanze mai chiarite nell’ambito della sua inchiesta sui rapporti tra Stato e Camorra. Durante la manifestazione i bambini innalzano cartelli con i nomi delle vittime, alle loro spalle un telo sulla facciata del Palazzo Reale mostra i volti sorridenti di tutti i giusti che si sono opposti alla camorra.

“La mafia teme di più la penna della pistola” ricorda il fratello di Giancarlo, Paolo Siani.

La penna, come la musica e l’arte, possono andare a formare con la cultura della legalità l’antidoto alla violenza mafiosa, ha questo scopo l’intervento del Coro Giovanile del teatro San Carlo di Napoli, che offre a giovani virtuosi una grande opportunità e riscatto sociale.

I San Carlini in piazza Municipio cantano contro la malavita organizzata e l’illegalità, il gruppo nasce con lo scopo sociale di riunire ragazzi di ogni estrazione sociale, con un’attenzione per quelli provenienti dalle zone più disagiate della periferia napoletana. Il maestro Carlo Morelli, che dirige il gruppo, seguendo la propria inclinazione al recupero dei giovani tramite la musica ha incontrato anche i ragazzi del carcere minorile di Nisida, insegnando loro il ritmo. Non vogliono cantare questi ragazzi cresciuti in fretta in un ambiente che non ha pietà della loro giovane età, perché il canto, secondo Morelli, li spinge a mostrare la vulnerabilità che non si possono permettere.

La prima canzone dei San Carlini è  “I cento passi”, il collegamento con Napoli si chiude  mentre i ragazzi del coro intonano: “contare camminare insieme a cantare”. Lottare cantando nella lunga notte dello Stato Italiano.





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