Tassista furbo

Percorso più lungo? Il Consiglio di Stato lo sanziona

    di Adelaide Caravaglios

Al tassista furbetto il Consiglio di Stato (CdS., sentenza n. 4866/2015) ha tirato un bello scherzetto: la scelta del percorso più lungo, rispetto a quello più breve, può, infatti, venire a costare la sospensione della licenza ed è proprio quello che è accaduto ad un conducente genovese, il quale – poco prima di mezzanotte – nell’accompagnare un passeggero alla sua destinazione, aveva optato per il percorso più lungo, quello, per intenderci, con maggiore dispendio economico per il malcapitato.

L’episodio, sul quale è stato costretto ad intervenire addirittura il Consiglio di Stato, risaliva al "lontano" 2002: il problema principale della questione era, infatti, legato alla circostanza che per il caso di specie mancavano sanzioni specifiche, adeguatamente riconosciute. Certo, il regolamento delle auto pubbliche prevede espressamente la revoca e la decadenza, ma non la pena della sospensione, che ha minore incisività; se a questo, poi, andava ad aggiungersi il fatto che nello stesso regolamento comunale del capoluogo ligure veniva distinto tra "percorso più breve" e percorso "più conveniente" sulla base delle condizioni di traffico del momento, si capisce bene perché per il tassista furbacchione non c’è stato nulla da fare! L’episodio si era, infatti, verificato a tarda notte, quando era difficilmente immaginabile che potessero esserci problemi di viabilità.

Come si dice: alla fine “chi troppo vuole, nulla stringe!”.





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